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NBA, Doc Rivers è sotto accusa ma non molla: "Resterò a Philadelphia"

NBA
©Getty

Dopo la sconfitta nella "bella" contro i Boston Celtics, il coach dei Philadelphia 76ers è sotto accusa. Per lui e i suoi Sixers questa è il terzo ko di fila alle semifinali di conference e il decimo (in sedici gare allenate nella sua carriera) in una gara-7. Ancora una volta, poi, le squadre di Rivers hanno bruciato un vantaggio nella serie (3-2 dopo gara-5) e ora il suo futuro appare in discussione. Lui però è convinto di restare, e lo ha dichiarato nel postpartita

La responsabilità della sconfitta dei Philadelphia 76ers va tutta attribuita a Doc Rivers? È difficile rispondere ma questo sarà il compito della dirigenza Sixers, che nelle prossime settimane dovrà stabilire chi guiderà la squadra la prossima stagione. Intanto sono arrivate tante critiche a coach Rivers dopo la netta sconfitta in gara-7 contro i Boston Celtics di Jayson Tatum. Si tratta infatti del terzo anno consecutivo in cui Philadelphia esce al secondo turno dei playoff. Nel 2021 erano stati gli Atlanta Hawks, sempre in gara-7, a eliminare i Sixers, mentre l’anno scorso erano bastate sei partite ai Miami Heat per superarli. L’aggravante per Rivers è che quest’anno i Philadelphia 76ers avevano le credenziali per arrivare fino in fondo, eppure si sono letteralmente arresi nel secondo tempo di gara-7 al TD Garden lasciando Jayson Tatum banchettare sul loro canestro fino a segnare 51 punti e a toccare un vantaggio di 30. Mancanza di carattere e incapacità di raggiungere le finali di conference, queste erano le ragioni che hanno portato la società a esonerare Brett Brown nell’agosto del 2020 e che hanno portato proprio Doc Rivers a sedersi sulla panchina dei Sixers. A onor del vero bisogna dire che Philadelphia ha raggiunto dei risultati notevoli sotto la gestione Rivers: nel 2021 ha chiuso la Eastern Conference al primo posto in regular season e ha migliorato il record stagionale di anno in anno fino alle 54 vittorie del 2023. E grazie a Doc Rivers non è incrementato solo il numero di vittorie stagionali, ma è cresciuta anche la superstar della squadra, Joel Embiid, fino a conquistare il titolo di MVP quest’anno. Fatto sta che Doc Rivers era stato assunto per riportare Philadelphia almeno in finale di Conference e dopo tre anni ancora non ci è riuscito. È dal 2001, dai tempi di Allen Iverson, che i Sixers non riescono nemmeno ad accedere alle fasi finali dei playoff e questo non va giù alla dirigenza, che quest’anno aveva costruito una squadra molto competitiva per riuscirci. Recentemente sono stati esonerati due allenatori che avevano persino raggiunto risultati migliori di Rivers, Monty Williams dai Phoenix Suns e Mike Budenholzer dai Milwaukee Bucks. Eppure critiche e paragoni non fanno tremare Doc Rivers che vuole proseguire il suo percorso in Pennsylvania: “Ho ancora due anni di contratto”, ha dichiarato nel post-partita. Rivers non è solo: con lui c’è anche Joel Embiid, secondo il quale il coach di Chicago avrebbe fatto uno splendido lavoro con i Sixers. “È un grande leader e un ottimo motivatore, ma basta guardarsi intorno e vedere cosa succede nella lega, è dura”, ha dichiarato il centro camerunense. E poi ancora: “Sono solo contento di non essere io a dover prendere le decisioni, ma credo che tutti questi allenatori meritino di avere un lavoro”. Più enigmatico, invece l'altra superstar dei Sixers, James Harden: interrogato anche lui sul suo rapporto con coach Rivers, ha risposto telegraficamente: "È ok". Futuro incerto, dunque, per l'allenatore dei Sixers. Ciò che è certo è che se resterà alla guida della squadra l’obiettivo minimo per la prossima stagione sarà la finale della Eastern Conference.