Prima di arrivare a guadagnarsi un posto in rotazione, minuti, il ruolo di titolare e quindi i riflettori di una partita fondamentale di finale di conference nei playoff NBA, la point guard di Miami ha fatto tanta gavetta. Senza mai essere stato scelto al Draft e passando dalla G League. Fu allora, durante la stagione 2018-19, che ricevette una telefonata dal suo ex allenatore al college
Oggi Gabe Vincent è l'eroe di una gara di finale di conference in NBA ma il suo oroscopo cestistico non è sempre stato così positivo. Anzi. Ai tempi del college è protagonista di un'ottima annata d'esordio a UCSB (University of California, Santa Barbara), guadagnandosi il titolo di Freshman of the Year della Big West ma a otto gare dalla fine del suo terzo anno si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Questo non gli impedisce di essere comunque in campo per coach Joe Pasternack al via della sua ultima annata, per la stagione 2017-18, ma i 12.4 punti di media che manda a referto non sono abbastanza per interessare gli scout delle squadre NBA. Al Draft di quell'anno il suo nome non viene pronunciato, e fino a qui questa è storia nota - Gabe Vincent soltanto l'ultimo nel plotone degli "undrafted" oggi allenati da coach Spoelstra. Ma il retroscena poco conosciuto è che poco dopo il suo esordio in G League, nel 2018 con la maglia degli Stockton Kings, Vincent riceve una chiamata proprio dal suo ex allenatore a UCSB: "Ho un posto libero nel mio staff, come assistente allenatore: avrei pensato a te", gli dice Pasternack. "Non è che non credessi in lui - dice oggi - ma vedo tantissimi ragazzi in G League non andare da nessuna parte, e sapevo che Gabe ha innoti doti da leader, che mi avrebbero fatto comodo". Solo che Vincent rifiuta, a metà tra il divertito e l'offeso: "La mia risposta fu: 'Ma di che diavolo parli, Joe?'. Continuo a dirgli anche oggi: guarda che non ti fai una gran pubblicità a raccontare questo aneddoto". Perché Vincent è convinto di essere un giocatore e anche un buon giocatore, e il premio di giocatore più migliorato della G League conquistato nel giugno 2020 non fa che confermarglielo.
I Miami Heat gli fanno firmare un contratto, è nel roster dei playoff 2020 che si concludono con la cavalcata in finale nella bolla di Orlando, ma non gioca mai, solo 15 secondi in gara-3 di semifinale di conference contro Miami. Oggi, in un'altra gara-3, stavolta di finale di conference, il suo cerchio si chiude. Non solo gioca, tanto (35 minuti, da titolare) ma chiude anche come top scorer della partita e stabilendo il suo nuovo massimo in carriera, con 29 punti. Le favole, a volte, hanno davvero il lieto fine.