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NBA Finals: la gioia più grossa di Jokic, a una vittoria dall'anello: l'SMS di Djokovic

NBA
©Getty

Il centro di Denver, dopo l'ennesima doppia doppia in una gara di finale NBA, nel dopo partita si accende solo quando si parla dell'impresa del suo connazionale Djokovic sulla terra rossa di Parigi contro Alcaraz e quando racconta le visite ricevute a Miami da parte di due "colleghi" eccellenti. Serbi, ovviamente

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MIAMI - Neppure la terza vittoria in quattro gare, l'ennesima doppia doppia o l'essere a 48 minuti dal suo primo titolo NBA sembra "smuovere" più di tanto Nikola Jokic. Dall'inizio di queste Finals, le sue conferenze stampe somigliano più a una serata di caberet improvvisato che a un normale Q&A sportivo. Solitamente c'è soltanto un momento in cui il centro dei Nuggets si accende davanti ai microfoni - e le sue risposte solitamente stringate si allungano a profusione: quando arriva una domanda di un cronista serbo (in serbo). Non fa eccezione neppure gara-4, ma l'orgoglio nazionale in questo caso emerge anche quando Jokic rivela un dettaglio: "Oggi ho ricevuto un SMS da Nole [Djokovic]. Mi ha scritto. Davvero!", come se fosse lui il primo a non crederci. Il fuoriclasse della racchetta si è guadagnato l'ennesima finale del Roland Garros (la 34^ in un torneo dello slam), Jokic il primo match point per potersi mettere al dito il suo primo anello NBA. Ma preferisce parlare di tennis che di basket: "Avere uno come lui a rappresentare il nostro Paese è un onore. Uno dei più forti, se non il più forte di sempre nella storia del tennis: fa la storia ogni volta che scende in campo". 

Ma Djokovic non è l'unico connazionale ad aver fatto sentire la sua vicinanza a Jokic: "Oggi all'arena c'era Bogdan Bogdanovic, è un mio grande amico, ma non è vero che è venuto fin qui da Belgrado, mi sa che lui sta a Miami. Forse Miami gli piace di più [di Belgrado]", scherza il centro di Denver, che poi aggiunge: "In gara-3 c'era Sasha Vucevic". Qui in America la chiamano "brotherhood", fratellanza: chissà come si dice in serbo.