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NBA, ha creato "The Process", poi è scomparso: che fine ha fatto Sam Hinkie

NBA
©Getty

A Philadelphia ha scelto Joel Embiid e Ben Simmons, ha elevato il tanking ad arte (47 vittorie e 199 sconfitte in tre anni), si è dimesso con una lettera di 13 pagine che è rimasta nella storia e poi è uscito dai radar NBA. Ecco cosa fa oggi una delle menti più controverse e brillanti che si siano mai seduto su una poltrona di un front office NBA

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È stato amato e odiato, ammirato e deriso, considerato un visionario o semplicemente un pazzo. Per tre anni, questo è certo, dal 2013 al 2016, è stato presidente e general manager dei Philadelphia 76ers. Sam Hinkie è l'uomo che ha creato "The Process", scegliendo Joel Embiid nel 2014 (terza chiamata assoluta) e Ben Simmons nel 2016 (prima assoluta) ed elevalando ad arte l'arte del tanking: 19, 18 e 10 vittorie in tre anni, a fronte di un totale di 199 sconfitte. Per il bene dei Sixers, si diceva, ma su questo ancora oggi in molti dissentono. Poi - con un'efferscente lettera di 13 pagine datata 6 aprile 2016 e diventata presto di dominio pubblico - si è dimesso dai Philadelphia 76ers, quando ormai era evidente che l'amore era finito. Ma cos'è successo, da allora, a Sam Hinkie? Ha lasciato la East Coast per andare a Ovest, e stabilirsi a Palo Alto, capitale ufficiosa della Silicon Valley; ha lasciato il basket, attratto da tutto quello che è tecnologia, innovazione, intelligenza artificiale e machine learning; orbita attorno a Stanford, culla accademica da dove esce il mondo di domani. E - giocando sui numeri - si può dire che è passato dal 76 (dei 76ers) all'87, di Eighty-Seven Capital, una nuova azienda che ha fondato nel 2020 e di cui è CEO. 

Dal numero 76 (ers) all'87: il significato

Perché (solo) 87 sono i voti che hanno segnato la vittoria nella corsa a un posto in Senato nel Texas nel 1948 a Lyndon B. Johnson, che ha battuto così Coke R. Stevenson ottenendo una nomination che poi la storia ha riconosciuta "macchiata" da diversi brogli. "Un candidato [Lyndon B. Johnson] ha vinto l'elezione e poi addirittura la presidenza degli Stati Uniti, l'altro [Stevenson] ha trovato la sua realizzazione nel lavoro e, poi, nella famiglia", scrive Hinkie sul sito, mettendo così l'accento su un diverso tipo di "vincenti, che non sono solo quelli che vincono". Un po' come lui che - nonostante tutte le sconfitte collezionato a capo dei Sixers - in fondo si considera un vincente ma, prima ancora, "un sognatore". "Mi sono battuto per anni per un sogno che solo io riuscivo a vedere", scrive parlando dei 76ers. E ora "87 Capital continua quella tradizione", assicura. Lontano dai parquet. 

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