NBA, Austin Reaves: "Agli Spurs con Wembanyama? In estate c'ho pensato"

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Ospite del podcast di Zach Lowe, la guardia dei Lakers ha rivelato un retroscena della sua free agency estiva. I Lakers sono sempre rimasti la destinazione preferita, ma Reaves non nasconde che la tentazione di provare a giocare con Wembanyama sotto la guida di coach Popovich c'è stata 

Prima dell'esplosione definitiva in termini di popolarità, avvenuta ai Mondiali con la maglia di Team USA, l'estate di Austin Reaves era già stata parecchio movimentata. Reduce dagli eccellenti playoff disputati con i Lakers, chiusi con 16,9 punti, 4,4 rimbalzi e 4,6 assist di media e dando l'impressione di essere il terzo violino perfetto accanto a LeBron James e Anthony Davis, Reaves aveva infatti già affrontato il tortuoso percorso della restricted free agency. Potenzialmente sul mercato, per lui la dirigenza gialloviola aveva da subito fatto capire di essere disposta a pareggiare qualsiasi offerta fosse arrivata da parte di altre squadre, e l'impressione era che il rinnovo di Reaves sarebbe costato caro, molto caro ai Lakers. Invece, contrariamente alle previsioni, le parti trovavano un accordo in maniera piuttosto agile nella forma di un quadriennale da 53 milioni di dollari. Un vero affare, per i Lakers, concluso senza apparenti intoppi ma che avrebbe potuto complicarsi parecchio.

Austin e Victor, tentazione estiva

Ospite del podcast di Zach Lowe, lo stesso Reaves ha rivelato di aver preso in considerazione una possibile alternativa ai Lakers per il suo futuro. I San Antonio Spurs, con a disposizione spazio salariale in abbondanza e dopo aver scelto al Draft un talento potenzialmente generazionale come Victor Wembanyama, erano infatti un'ipotesi concreta. "Ovviamente senti le voci che girano, e con un giocatore dal potenziale straordinario come Wembanyama" ha raccotnato Reaves, "è normale immaginare e chiedersi come sarebbe giocare con lui". L'offerta degli Spurs, che avrebbero potuto mettere sul tavolo un quadriennale da 100 milioni di dollari, non si è però mai davvero concretizzata. E, per Reaves, è andata bene così: "Avrei voluto ottenere il massimo dal punto di vista economico, è ovvio, ma in fondo ho sempre desiderato rimanere qui a Los Angeles perché amo la città, i tifosi, la squadra e tutta l'organizzazione dei Lakers". 

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