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NBA, Warriors: Andrew Wiggins non è più ritenuto incedibile

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Il canadese, punto fermo della squadra laureatasi campione NBA nel giugno del 2022, continua la sua parabola discendente. E gli Warriors, protagonisti di una prima parte di stagione molto deludente, non lo ritengono più incedibile. Secondo "The Athletic" il nome di Andrew Wiggins potrebbe quindi comparire tra quelli in partenza all'interno di eventuali scambi atti a dare uno scossone al roster di Golden State

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La NBA, si sa, corre veloce e ci vuole poco per rimanere indietro, oppure per perdere stima e consensi acquisiti con grande fatica. Lo testimonia il caso di Andrew Wiggins, punto fermo e forse secondo miglior giocatore dietro a Steph Curry in quella versione degli Warriors che a sorpresa conquistava il titolo poco più di diciotto mesi fa. Da lì in poi la carriera del canadese, che già aveva vissuto momenti complicati durante tutta la sua prima fase a Minnesota, è sembrata uscire dai binari su cui si era incanalata dall'arrivo sulla Baia. Se durante la scorsa stagione era stata la sua lunga assenza, dovuta a problemi famigliari che l'hanno tenuto lontano dalla squadra, a pesare sul rendimento complessivo degli Warriors, nella prima parte della regular season 2023-24 è invece stata proprio la sua presenza in campo a essere problematica. Wiggins sta vivendo l'annata peggiore della sua carriera in quanto a punti di media a partita (12.6), percentuale dal campo (42.6%, peggio aveva fatto solo nel 2018-19) e dalla lunga distanza (29.9%). Quest'ultimo dato è particolarmente significativo perché dall'approdo a Golden State l'ex Timberwolves aveva visto aumentare sensibilmente la sua efficacia al tiro da tre, come dimostrato anche durante la scorsa stagione, chiusa con il 39.6%. E, come se non bastasse, con lui in campo gli Warriors hanno un net rating di -6,5, mentre quando Wiggins siede in panchina il dato è di +6.6. Non stupisce quindi quanto riportato da Tim Kawakami per "The Athletic", ovvero che Golden State non lo ritenga più incedibile. Anzi, tenendo conto anche della parallela crescita di Jonathan Kuminga, per molti versi simile a Wiggins per caratteristiche tecniche e ruolo sul parquet, è assai probabile che la prima scelta al Draft del 2014 finisca tra i partenti all'interno di una possibile trade. La stagione fin qui molto deludente dei ragazzi di Steve Kerr, il cui record attuale (15-16) non permetterebbe nemmeno di accedere al play-in, potrebbe infatti avere bisogno di uno scossone dal mercato. E, considerato il trend di costante crescita del salary cap, il contratto di Wiggins (90 milioni di dollari complessivi per le prossime tre stagioni) potrebbe non risultare poi così sgradito alle eventuali controparti in affari.