NBA, LeBron James racconta: "La prima volta che ho incontrato Michael Jordan..."

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Ospite di "UNINTERRUPTED", James ha raccontato, senza lesinare particolari e termini alquanto coloriti, il suo primissimo incontro con Michael Jordan. LeBron era ancora uno studente all'high school e di fronte all'idolo conclamato quasi non riusciva a credere ai suoi occhi: "Non potevo crederci, per me era come incontrare Gesù Cristo"

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Nel corso degli ultimi anni i confronti tra LeBron James e Michael Jordan, quasi unanimemente considerati i due migliori giocatori di sempre, si sono sprecati. Si è sempre trattato di un confronto indiretto, però, perché in una sorta di ideale passaggio del testimone il primo faceva il suo ingresso nella lega quando il secondo decideva di appendere al chiodo, questa volta in via definitiva, pantaloncini e canotta. Correva l'anno 2003, ma in realtà il primo vero incrocio tra i due era avvenuto prima. A raccontarlo è stato proprio James, ospite di "UNINTERRUPTED", mostrando di non aver affatto dimenticato le emozioni forti di quel momento ormai lontano più di vent'anni. "La prima volta che ho incontrato Michael Jordan non potevo crederci, per me era come incontrare Gesù Cristo" ha raccontato la stella dei Lakers, "per me era il Gesù nero, e nessuno poteva convincermi del contrario". LeBron è poi sceso nei particolari di quel primo incontro con l'idolo di sempre: "Mi trovavo a Chicago e mi avevano detto che prima della partita Michael amava sempre fare un po' di pesi, quindi ero riuscito a farmi accompagnare nella sala pesi dei Bulls e la prima persona che ho visto è stata Charles Oakley. Lo conoscevo già perché è originario di Cleveland, così abbiamo parlato un po' e appena si è mosso ho intravisto Michael dietro di lui". L'apparizione, per il giovane James, ha un qualcosa di ultraterreno: "Era lì alla pressa che sollevava pesi, e io non riuscivo a credere ai miei occhi: per me Michael Jordan non era una persona reale, credevo che esistesse solo dentro al televisore". E per ribadire la solennità del momento, il quattro volte campione NBA ha chiuso il suo ricordo sottolineando che "Dopo averlo visto ho pensato: se anche dovessi morire oggi, avrei vissuto una vita incredibile".