Dopo aver concluso il suo primo allenamento con i nuovi compagni, Spencer Dinwiddie ha spiegato i motivi che l'hanno portato a preferire i Lakers all'alternativa rappresentata dai Dallas Mavericks. Una volta rescisso il contratto con i Toronto Raptors, dove era finito nella trade che coinvolgeva anche Dennis Schroeder e Thad Young, Dinwiddie non ha avuto dubbi. L'ex Nets e Pistons arriva in gialloviola con un unico obiettivo: vincere
Una volto risolto il contratto con i Toronto Raptors, da cui era transitato giusto per il tempo necessario a trovare l'accordo per il buyout, Spencer Dinwiddie si è ritrovato ad essere uno dei free agent più contesi del mercato NBA. E davanti all'ex Nets e Pistons si erano aperte due strade: una portava a Dallas, dove Dinwiddie aveva già giocato per un anno solare tra il febbraio del 2022 e quello del 2023, l'altra sulla sponda gialloviola di Los Angeles. Al termine del suo primo allenamento con i Lakers, Dinwiddie ha descritto così il bivio affrontato: "Mi è sembrata una cosa del genere: era come se fossi tornato ragazzino e un bullo mi avesse appena maltrattato" ha esordito Dinwiddie, "Dallas era come la mamma che ti dice: ok, piccolo, non ci badare. I Lakers, invece, erano come il papà che ti dice: no, devi tornare là fuori e batterti finché non avrai la meglio. E questo era quello di cui avevo bisogno". Dinwiddie, che è nato e cresciuto a Los Angeles, ha poi abbandonato le ardite metafore famigliari per entrare più nel concreto delle ragioni dietro alla sua scelta: "Di fatto qui c'è una squadra che quando conta davvero sa alzare il livello come nessun altro". L'emozione di essere arrivato ai Lakers, infine, ha colpito Dinwiddie in un momento preciso: "Mi sono trovato a rincorrere mio figlio Elijah, che indossava la mia nuova maglia, ho visto quel 'Dinwiddie' sopra al numero 26 e mi sono detto: maledizione, è tutto vero!". Per quanto riguarda l'esordio vero e proprio basterà attendere poche ore, fino alla sfida interna in programma questa notte contro i Detroit Pistons.