L'agente di Bronny James, Rich Paul, ha dichiarato che l’obiettivo per il suo assistito è trovare la giusta squadra nella quale crescere, indipendentemente dalla posizione nella quale verrà scelto al Draft. Papà LeBron sarebbe "felicissimo di averlo in squadra", ma lascerà che il figlio faccia la sua carriera
Nei giorni in cui LeBron James ha superato quota 40.000 punti in carriera, il suo erede diretto sta affrontando settimane cruciali per la sua carriera. Marzo è storicamente il mese del college basket e Bronny James ha il suo bel da fare per risollevare una stagione storta per la sua USC, ma inevitabilmente a tenere banco è il suo futuro e il suo possibile sbarco in NBA. Se le sue quotazioni al Draft sembrano in discesa (ESPN nell’ultimo Mock Draft non lo aveva neanche tra le prime 60), è evidente però che l’obiettivo sia quello di arrivare nella lega, e parlando proprio con ESPN il suo agente Rich Paul — ovviamente lo stesso di papà LeBron — ha fatto intendere qual è l’approccio che intendono avere. "Non mi interessa far arrivare un giovane in Lottery quanto farlo arrivare nella giusta squadra e nel giusto ambiente per farlo crescere" ha detto a Adrian Wojnarowski, lanciando quindi un messaggio al resto della lega.
L’interpretazione può essere questa: considerando che molto difficilmente verrà scelto tra le prime 14 (e molto probabilmente neanche al primo giro), Bronny intende ascoltare offerte quasi come un free agent, visto che al secondo giro i giocatori hanno molta più voce in capitolo rispetto ai contratti standard del primo giro e possono contrattare il loro futuro, a maggior ragione arrivando anche da undrafted nella lega. Il messaggio di Paul, e di conseguenza del clan James, è quindi: se siete interessati a Bronny e tutto quello che ne consegue, portateci il vostro miglior "pitch" per convincerci a sposare la vostra causa dal punto di vista cestistico. E questo a prescindere dalla possibilità di giocare insieme al padre: sempre secondo Paul, LeBron sarebbe "felicissimo di giocare con lui", ma a patto che questo "possa accadere organicamente", quindi senza prendere Bronny con l’obiettivo di arrivare al padre dimenticandosi così della giovane guardia di USC. L’alternativa che Bronny rimanga al college per un secondo anno, poi, è tutt’altro che da scartare, per quanto il Draft del 2025 sia considerato molto più competitivo rispetto a quello del 2024. Se l’idea è però quella di ragionare da free agent per trovare la miglior situazione possibile (a prescindere dai soldi, che alla famiglia James decisamente non mancano), allora tornare a USC potrebbe non essere la peggiore delle idee per migliorare ulteriormente rispetto alla difficile stagione appena vissuta, iniziata solo a dicembre per via dell’arresto cardiaco subito lo scorso luglio.