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NBA, in viaggio a Los Angeles, in visita a Kobe Bryant: "Uno di noi"

NBA

Valentina Clemente

©Getty

Ora che la statua di Kobe Bryant fa parte del paesaggio all'esterno della Crypto.com Arena siamo andati a Los Angeles per scoprire il rapporto tra i tifosi, un'intera città e uno dei "eroi sportivi" ancora oggi più amati, diventato simbolo di e per tutti

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LOS ANGELES - Arriviamo alla Crypto.com Arena a circa due ore dall’inizio della partita, ma nessuno vuole parlare dei quarantamila punti di LeBron James. Nessuno. Le persone in fila, ancor prima che aprano i cancelli, aspettano diligentemente di fare una foto davanti alla statua di Kobe Bryant. Accanto al monumento inaugurato solo alcune settimane fa del cinque volte campione NBA e stella dei Los Angeles Lakers persone di ogni nazionalità che, in religioso e rispettoso silenzio, attendono. E quando tocca a loro, si mettono in posa, proprio quella della statua di Kobe. C’è chi è solo, e si fa scattare la foto da chi ancora aspetta; chi è in coppia e fa più scatti, e più sorrisi. Non importa se bisogna aspettare, basta esserci. C’è chi è qui con la famiglia, qualche bimbo piccolo in braccio, a cui il papà spiega chi era Kobe. Le parole che più si sentono sono "One of us. Kobe was one of us". Uno di noi. Sì, Kobe non è uno dei Lakers, è più di un giocatore. C’è chi ne parla al presente, chi al passato - ma ognuno di loro ha un aneddoto.

Le parole dei tifosi, da Huntington Beach a Parigi

Ci fermiamo a parlare con Qwan, che è qui con la fidanzata: vivono a Huntington Beach, sono dei Lakers al 100% e hanno vissuto l’era magica di Kobe. Ci incuriosiscono perché quando si avvicinano alla statua sorridono, e continuano a farlo quando ci spiegano il valore che ha Kobe per loro e per la loro storia. “È stato un’icona, una leggenda. Era dedito al gioco, ha dato sempre il suo meglio, sul campo e per la città di Los Angeles, anche grazie alla Mamba Academy. Kobe è cuore e anima di questa città. Se mi manca? Certo che sì. E mi piacerebbe vederlo ancora in campo. A giocare”, dice Qwan mentre si allontana, insieme alla fidanzata, sempre sorridendo. Nel frattempo la fila per avvicinarsi alla statua di Kobe è ancora più lunga, e in attesa ci sono anche dei ragazzi francesi, arrivati da Parigi per vedere la partita. E la statua, ovviamente. “Non capita tutti i giorni di essere qui", ci dice Sophie. E perché qui, sotto la statua di Kobe? Le chiediamo. E lei: "Per noi europei Kobe rappresenta il basket americano, la storia, la leggenda", aggiunge. Non le diciamo che siamo italiani e la lasciamo aspettare il suo turno, insieme ai suoi amici. 

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"Kobe è un'icona, per i ragazzi ma anche per i più grandi"

Poco dopo arriva Jeremy, che ci dice: "Kobe è un’icona, per i ragazzi ma anche per i più grandi come me… io ho 50 anni. Per me è stato un idolo, è stato un padre fantastico, un compagno meraviglioso, un gran giocatore. Sono qui, oggi, per questi motivi”, aggiunge. Ciò che impressiona, in positivo, è che quando la gente parla di Kobe ha sempre un sorriso stampato, nonostante sia scomparso oramai quattro anni fa. Ci sono solo bei ricordi da condividere. E se anche l’attesa per fare una foto qui, alla Crypto.com Arena, è piuttosto lunga, non importa. È importante esserci, continuare a portare avanti la Kobe’s legacy, quell’eredità che Kobe Bean Bryant ha lasciato ai fan dei Lakers, alla città di Los Angeles, al mondo intero. Non importa da dove arrivi: a L.A. ci sarà sempre Kobe ad aspettarti. Kobe, "one of us".

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