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NBA, Fontecchio, Gallinari, il futuro azzurro e un po' di NCAA: parla Riccardo Fois

NBA

Zeno Pisani

Ai microfoni di Sky Sport l'attuale assistente allenatore degli Arizona Wildcats - ma da anni all'interno dello staff tecnico della nazionale italiana - ci parla del presente e del futuro dei talenti italiani in NBA, della sua avventura ai Wildcats in lotta per il titolo NCAA e delle prospettive della squadra di Gianmarco Pozzecco in vista di Parigi 2024 

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LOS ANGELES - Riccardo Fois è nome ormai ben noto, per chi guarda con attenzione al basket, in Italia e oltreoceano. Dopo anni alla corte di Mark Few sulla panchina di Gonzaga, oggi è assistente allenatore per Tommy Lloyd ad Arizona, ma è ormai pluriennale anche la sua presenza nello staff tecnico della nazionale azzurra, con cui in estate vivrà l'avventura del preolimpico per provare a strappare un biglietto per Parigi 2024. Dall'Italia alla NBA - e alle nuove avventure per Fontecchio (a Detroit) e Gallinari (a Milwaukee) - passando per il "suo" mondo, quello NCAA, ecco cos'ha raccontato ai microfoni di Sky Sport.

Rick Fois: Gianmarco Pozzecco ti ha definito "gli occhi in America della nazionale azzurra": come vedi le stagioni di Simone Fontecchio e Danilo Gallinari? 

"Più che gli occhi, sono gli occhiali [ride]. In verità li seguiamo tutti, e il primo a seguirli è proprio Gianmarco, poi ne parliamo tra assistenti e con tutto il gruppo. Io sono innanzitutto molto contento per Simone perché ha giocato una prima parte di stagione super con Utah - dove si era ritagliato un posto importante in quintetto, vincendo partite - e poi è arrivata questa trade a Detroit, forse un po' inaspettata, e ai Pistons sta facendo benissimo. Io non ho dubbi sul fatto che Simone sia un giocatore di alto livello in NBA, che possa vincere e rimanerci per anni. Lo sta dimostrando giorno dopo giorno, quindi sono contentissimo per lui. Sono altrettanto contento per Danilo, che intanto è tornato dall'infortunio e sta recuperando la forma fisica - e non è facile dopo un anno di inattività. In più adesso è in una squadra come Milwaukee, dove lotta per il titolo ed era quello che voleva. Milwaukee è una squadra che gioca per vincere e quindi Danilo, che è un vincente, vuole essere lì con loro. Trovando la giusta forma fisica penso che sarà ancora più motivato per l'estate e per la maglia azzurra, così come di certo lo sarà Simone".

Già, perché quest'estate ci sarà la nazionale, anche per te. Come ti approcci a questa avventura al Preolimpico, con la speranza di andare alle Olimpiadi? 

"Intanto non vedo l'ora, perché c’è stata da poco la finestra FIBA e ovviamente non sono potuto andare. I ragazzi mi sono mancati, ci sono le nostre chat ma non è mai lo stesso: è un gruppo fantastico, ogni volta che ci troviamo stiamo bene insieme - staff, giocatori, tutti quelli che danno una mano, quindi non vedo l'ora di essere con tutti loro. L'obiettivo - e il sogno - è quello di andare alle Olimpiadi, e soprattutto quello di proseguire la strada che si è imboccata con Gianmarco e con tutti gli altri negli ultimi due anni, proseguendo tutti insieme questo cammino. È chiaro che ci sono stati momenti di difficoltà, però se si guarda indietro alle ultime due estati, sono state estati che hanno fatto sognare tutti i tifosi. Il merito va ai ragazzi, a Gianmarco e a tutti quelli che hanno sacrificato le proprie vacanze estive per far sognare un Paese".

Può esserci alle porte un nuovo ciclo per questa nazionale? Ci potrebbe ancora essere Gallinari, non ci sarà più Datome, che tu conosci molto bene. Ti farà effetto vederlo nel ruolo di accompagnatore, e non più in campo? 

"Beh, fa sempre un certo effetto. L'estate scorsa è stata abbastanza speciale da quel punto di vista, per essere stati con lui prima durante la festa della sua ultima partita in Italia e poi al Mondiale. Ci tenevamo tantissimo a vincere una medaglia, per finire questo percorso che abbiamo cominciato nel mondo del basket insieme quando eravamo bambini. Purtroppo non è successo, ma l'obiettivo non cambia: lui respira la maglia azzurra, rappresenta la maglia azzurra e ci tiene da matti a fare benissimo. Potremmo dire che cambia il ruolo - non sarà più quello che entra e mette 10 punti in 30 secondi contro la Serbia - ma a non cambiare è la sostanza, perché quello che dà al gruppo rimane intatto. In più viene sostituito da un capitano come Melli, che alla nostra maglia ci tiene tanto quanto lui". 

Ultima domanda su Arizona, di cui sei assistente allenatore: quali sono le ambizioni quando si va verso il torneo NCAA? 

"La stagione fin qui è andata bene, abbiamo un bel gruppo, compatto. Siamo partiti bene, poi abbiamo subìto un paio di sconfitte a gennaio, adesso ci siamo ripresi arrivando a vincere la conference. Poi, siccome siamo ad Arizona, vincerla nel suo ultimo anno di vita come Pac 12 è ancora un po' più importante. L'obiettivo rimane quello di tornare alle Final Four, tornare a vincere il titolo, quindi quella sarà la base su cui si giudicherà il lavoro che abbiamo fatto quest'anno [al momento i Wildcats sono 5° nel ranking NCAA, ndr]. Sicuramente sono molto contento di quanto visto fin qui, soprattutto dei ragazzi, di come sono migliorati durante l'anno". 

 

[video di Sheyla Ornelas]

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