NBA, prima e dopo il trattamento Doc Rivers: il tracollo senza fine dei Bucks
Con il cambio di allenatore e l'avvicendamento tra Adrian Griffin e Doc Rivers a fine gennaio, la dirigenza dei Bucks sperava di migliorare ulteriormente una squadra reduce comunque da una buona prima parte di stagione. Negli ultimi due mesi, però, il rendimento di Giannis Antetokounmpo e compagni è crollato oltre ogni più pessimistica previsione. E a due settimane dall'inizio dei playoff, a Milwaukee, dopo l'ennesima sconfitta inaspettata contro Washington, la situazione comincia a farsi davvero preoccupante
- Dopo anni di stabilità sia nel roster che alla guida tecnica, in estate a Milwaukee decidono di dare una svolta licenziando Mike Budenholzer per sostituirlo con Adrian Griffin e, sorprendendo tutta la concorrenza, accaparrandosi il pezzo pregiato del mercato Damian Lillard
- L'avventura da capo allenatore dei Bucks di Griffin dura meno di cinque mesi, perché il 23 gennaio la franchigia annuncia il suo esonero con effetto immediato
- Poco dopo aver annunciato l'esonero di Griffin, i Bucks ufficializzano la scelta di Rivers, che dopo la chiusura dell'esperienza ai Sixers era tornato a fare il commentatore in televisione, come nuovo allenatore. Dopo tre partite, di cui due vinte, sotto la guida ad interim di Joe Prunty, Rivers fa il suo esordio sulla panchina di Milwaukee il 29 gennaio nella sconfitta contro i campioni NBA in carica Denver Nuggets
- Nella notte appena trascorsa, i Bucks cedono in casa ai Grizzlies martoriati dagli infortuni e senza alcun obbiettivo in stagione. Si tratta della 4° sconfitta nelle ultime 5 partite, una striscia che apre ufficialmente la crisi di Milwaukee. Una crisi che pare avere radici però ben più profonde e radicate nel tempo
- Con Griffin in panchina i Bucks avevano fatto registrare un true shooting del 61.3%, 2° miglior dato della lega dietro ad Oklahoma City
- La versione dei Bucks allenata da Rivers, in definitiva, sembra una squadra che difende leggermente meglio, ma che attacca in maniera più lenta e decisamente meno efficace. A prescindere dall'andamento complessivo, però, buona parte del destino di Milwaukee passa dalle mani di Giannis Antetokounmpo e Damian Lillard, che in questi mesi non sembrano ancora essere riusciti a trovare la giusta sintonia
- Che quello effettuato per portare in Wisconsin Lillard fosse un all-in su questa stagione non è mai stato un mistero, ma fino a oggi la scommessa non ha sortito gli effetti sperati. Al momento, il miglior alleato dei Bucks sembra essere il calendario, che concede alle inseguitrici poco tempo per provare a insidiarne il 2° posto a Est. Considerato però il tenore degli avversari da affrontare da qui al termine della regular season (Raptors e poi Knicks, Celtics, Thunder e due volte i Magic), nemmno la seconda piazza pare al sicuro