Ospite nel podcast del suo amico Dwyane Wade, Carmelo Anthony ha raccontato di aver girato mezza Detroit alla ricerca di Darko Milicic dopo il Draft del 2003, per batterlo in uno contro uno e dimostrare che i Pistons avevano sbagliato a prenderlo alla 2 prima di lui. Il serbo ha risposto per le rime: "Ancora si lamenta… Ma cosa ha da lamentarsi? Magari se io fossi andato alla 3 ora sarebbe lui a raccogliere mele. Deve darsi una calmata"
Sono passati 21 anni dal Draft del 2003, la notte passata alla storia per la scelta di LeBron James alla numero 1 (mentre tutti i suoi colleghi di quell’anno si sono ritirati, così come quelli del 2004 e del 2005) ma anche per la decisione dei Detroit Pistons di chiamare Darko Milicic alla 2 davanti a Carmelo Anthony. Una scelta controversa già al tempo, visto che Milicic — sul quale giravano storie mirabolanti sulle sue capacità tecniche e fisiche — non era stato quasi mai visto in un contesto competitivo, mentre ‘Melo aveva appena vinto il titolo NCAA da assoluto protagonista con Syracuse. Anche a più di due decenni di distanza, però, a Anthony proprio non è andata giù quella scelta, rivelando un aneddoto: "Mi avevano detto che i Pistons mi avrebbero scelto, era giù tutto fatto" ha raccontato nel podcast del suo grande amico Dwyane Wade. "Quando ho iniziato a sentire le voci su Darko e la possibilità che lo scegliessero al posto mio, mi sono mosso per andare a cercarlo e a sfidarlo in uno contro uno. Lo abbiamo cercato dappertutto ma non siamo riusciti a trovarlo, non volevano dircelo. Volevo dimostrare loro che si sbagliavano".
Milicic risponde dalla Serbia: "Magari oggi a raccogliere mele ci sarebbe lui"
Le parole di Anthony hanno raggiunto anche la Serbia, dove Darko Milicic ormai da anni gestisce un frutteto, tra le sue tante avventure imprenditoriali. "Se ne lamenta ancora dopo tutto questo tempo… Ma cosa ha da lamentarsi? È andato alla 3, cos’altro voleva? Ha qualche rotella fuori posto? Magari se io fossi stato scelto alla 3 oggi sarei ancora in campo, e al mio posto a raccogliere mele ci sarebbe lui" ha detto come ospite del "Jao Mile Podcast" con un altro ex giocatore serbo, Mile Ilic. "Ho sentito questa voce secondo il quale mi stesse cercando, ma non l’ho mica visto e non ho idea di cosa sia successo. Se davvero lo avesse volto, mi avrebbe certamente trovato, sapeva dove stavo. Sembra una di quelle storie di gangster, no? ‘Lo stavo cercando per fargliela vedere’. Ma cosa voleva dimostrare? Deve darsi una calmata, e anche in fretta". È paradossale, poi, che Milicic e Anthony abbiano avuto due carriere speculari: il serbo non ha mantenuto praticamente nessuna delle promesse della notte del Draft, diventando a malapena un centro incapace di raggiungere la doppia cifra di media, ma con un titolo NBA in bacheca con i Detroit Pistons nel 2003-04; Carmelo invece ha avuto una carriera da Hall of Fame, con 10 convocazioni all’All-Star Game e l’inclusione tra i 75 più grandi della storia NBA, ma senza mai togliersi la soddisfazione di mettersi l’anello di campione al dito. Se i Pistons — che con Chauncey Billups, Rip Hamilton, Tayshawn Prince e Ben Wallace avevano già una squadra fortissima, a cui avrebbero poi aggiunto anche Rasheed Wallace — lo avessero scelto, la storia della lega sarebbe andata certamente in un’altra direzione.