I playoff attualmente in corso vedono le quattro squadre rimaste guidate da giocatori in rampa di lancio, mentre giocatori con MVP delle Finals alle spalle come LeBron James, Steph Curry e Kevin Durant guardano dal divano ormai da settimane. Il sito TheRinger.com ha pubblicato una classifica dei 25 migliori giocatori della lega sotto i 25, tenendo in conto prestazioni attuali e future, carisma, qualità umane e quanto possano essere il volto di una franchigia. Ecco i risultati, con una polemica finale
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- Età: 21 | Top 100 ranking: 93 | Punteggio: 28.5
- 13.7 punti, 8.1 rimbalzi, 1.6 assist, 0.8 stoppate, 53.7 eFG%, 76 partite giocate
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- Possiede misure e capacità di tiro, due doti fondamentali per avere successo nelle due metà campo. Probabilmente non sarà mai la prima opzione offensiva, ma può diventare un giocatore di riferimento per una squadra che punta al titolo. Per il momento il suo impatto è più teorico che reale, ma l’età è dalla sua parte — come ci ha tenuto a ricordare la prima volta che ha giocato contro LeBron, dicendogli che aveva debuttato contro suo padre Jabari Smith Sr.
4/60
- Ha velocità con la palla tra le mani, capacità di palleggio e di tiro che gli sono già valse una convocazione per l’All-Star Game a 22 anni, ma nelle ultime due stagioni al fianco di Donovan Mitchell si è un po’ fermato. Un cambio di scenario può aiutarlo? I suoi playoff non sono stati eccezionali e in difesa è stato puntato spesso e volentieri, ma il talento rimane innegabile
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- Età: 25 | Top 100 ranking: 46 | Punteggio: 29.6
- 23.7 punti, 4.4 rimbalzi, 5.5 assist, 1.0 recuperi, 55.2 eFG%, 42 partite giocate
6/60
- Il tiro da tre punti è un aspetto troppo importante del gioco, e Bane ha un bazooka al posto del braccio. Per di più in difesa si danna l’anima, grazie a un fisico compattissimo. Paura di nessuno, personalità e carisma completano un pacchetto che solo gli infortuni (suoi e della squadra) sono riusciti a rallentare. Non è un atleta cinque stelle e questo forse non lo farà mai diventare un primo violino, ma avercene di seconde stelle così
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- Età: 22 | Top 100 ranking: 66 | Punteggio: 29.7
- 19.6 punti, 5.2 rimbalzi, 3.5 assist, 0.3 stoppate, 49.8 eFG%, 82 partite giocate
8/60
- Ha i mezzi atletici e tecnici per diventare inarrestabile sui tre livelli, ma li ha messi tutti assieme in maniera altalenante e discontinua. Nelle ultime 17 partite della stagione ha sfiorato i 25 punti di media con prestazioni stellari, ma senza Alperen Sengun in mezzo all’area — e i due dovrebbero collaborare per rendere di nuovo grandi i Rockets
10/60
- Atletismo e comprensione del gioco finalmente hanno trovato il giusto equilibrio per aprirgli le porte degli Atlanta Hawks, che pur avendo la prima scelta assoluta al Draft ripartono da lui per tornare competitivi. Le 26 partite perse per infortunio quest’anno sono preoccupanti e ha bisogno di qualcuno che lo metta in movimento, ma nelle mani di Quin Snyder può esplodere definitivamente dopo aver raddoppiato le sue cifre rispetto allo scorso anno
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- Età: 22 | Top 100 ranking: 56 | Punteggio: 30.9
- 23.9 punti, 5.1 rimbalzi, 8.0 assist, 1.8 recuperi, 51.5 eFG%, 22 partite giocate
12/60
- Lui di partite ne ha giocate solo 22, ma nessuno può dimenticarsi il carisma e il potenziale che ci ha fatto vedere da quando è entrato nella NBA. Rimane un giocatore particolarissimo, tanto che ancora non si hanno ben chiari i limiti del suo talento né quali siano i giocatori giusti da mettergli attorno, ma è impossibile non rimanere intrigati nonostante i problemi fisici
13/60
- Età: 24 | Top 100 ranking: 45 | Punteggio: 31.3
- 22.5 punti, 5.5 rimbalzi, 2.3 assist, 1.6 stoppate, 49.4 eFG%, 66 partite giocate
14/60
- Da Difensore dell’Anno in carica ha dimostrato di poter essere efficace anche nella metà campo offensiva in un’annata in cui tutti i compagni più talentuosi sono stati vittime di infortuni. Il tiro da tre è meno affidabile rispetto a quanto si immaginava nella sua forma ideale, ma anche così è un bel vedere. Il dubbio più grande è sulla tenuta fisica e sulla tendenza a commettere fallo, due aspetti che compromettono le sue chance di rimanere in campo a fare la differenza
17/60
- Età: 21 | Top 100 ranking: 99 | Punteggio: 32.4
- 17.3 punti, 4.3 rimbalzi, 2.4 assist, 0.9 recuperi, 52.4 eFG%, 74 partite giocate
18/60
- La scelta degli Hornets di preferirlo a Scoot Henderson era stata accolta con scetticismo, ma nel suo primo anno in NBA ha dimostrato di poter diventare una versione neanche troppo ridotta del suo idolo Paul George. Il problema in questo momento è se gli Hornets riusciranno a costruire un roster competente di fianco a lui e a LameLo Ball, ma il tempo è sicuramente dalla sua parte dopo un’ottima seconda metà di annata
19/60
- Età: 22 | Top 100 ranking: 59 | Punteggio: 32.8
- 15.7 punti, 9.4 rimbalzi, 3.2 assist, 1.4 stoppate, 60.0 eFG%, 50 partite giocate
20/60
- I playoff hanno dimostrato che da centro funziona molto meglio che da ala, il che aprirà delle grosse riflessioni in estate per i Cavs. In attacco può crescere ancora (specialmente al tiro) e difensivamente è a qualche chilo di distanza dal poter reggere la posizione anche senza un altro lungo vero al suo fianco, anche perché in quanto a comprensione del gioco nella metà campo difensiva siamo già ad altissimo livello
22/60
- Raramente si è visto un giocatore da 25+10 assist perenni essere così poco considerato, ma più passa il tempo e più le sue mancanze difensive (oltre a un carattere spigoloso e uno stile di gioco poco ortodosso) diventano insostenibili. La sua capacità di manipolare le difese però è indiscutibile, così come fa impazzire i suoi allenatori l’allergia a muoversi senza il pallone tra le mani. I suoi giorni ad Atlanta sembrano essere agli sgoccioli, per il bene di entrambi
23/60
- Età: 22 | Top 100 ranking: 58 | Punteggio: 33.4
- 22.7 punti, 4.3 rimbalzi, 7.5 assist, 0.9 recuperi, 50.0 eFG%, 62 partite giocate
24/60
- Si è ritrovato alla guida di una delle ricostruzioni peggio gestite di sempre, mettendogli attorno solo giocatori che non sanno tirare dalla lunga distanza o quasi. Ciò nonostante nella seconda metà di stagione anche le sue prestazioni sono risalite, per quanto il dubbio che non sia un “alfa” sia legittimo. Un po’ troppe palle perse, una certa inefficienza e l’incapacità di finire al ferro i punti di domanda più grandi, ma già ora è un playmaker sopra la media
25/60
- Età: 22 | Top 100 ranking: 36 | Punteggio: 34.2
- 19.9 punti, 8.2 rimbalzi, 6.1 assist, 1.5 stoppate, 52.8 eFG%, 60 partite giocate
26/60
- In questo momento in cui è il volto della franchigia forse gli viene chiesto un po’ troppo, perché avrebbe tutte le caratteristiche per essere un terzo/quarto violino ideale. Se ne riparlerà tra qualche anno quando la sua carriera entrerà in una fase diversa: ora è quella in cui i Raptors intendono costruire attorno alla sua capacità di playmaking e alla sua versatilità difensiva. La sua capacità di stoppare i tiri da tre punti è già al top della lega
28/60
- Ha chiuso sul podio dei giocatori più migliorati, nonostante un infortunio al ginocchio che ha messo fine anzitempo alla sua annata. Il paragone con Nikola Jokic è troppo allettante per non azzardarlo, e pur non avendo quella capacità di spostare compagni e avversari col pensiero e con il fisico, rimane una copia non così tanto sbiadita. Il vero punto di domanda è la difesa: riusciranno i Rockets a renderlo quantomeno presentabile nella sua metà campo?
29/60
- Età: 24 | Top 100 ranking: 31 | Punteggio: 36.6
- 25.1 punti, 5.6 rimbalzi, 8.1 assist, 0.8 recuperi, 51.2 eFG%, 9 partite giocate
30/60
- Nella speranza che salute e questioni extra-campo siano risolte, urge ricordare che Morant ha solo 24 anni e pur avendo già dimostrato tanto i suoi anni migliori sono davanti a sé. Tenerlo lontano dall’area rimane un’impresa impossibile e il suo stile di gioco azzardato ed elettrico inevitabilmente attrae l’occhio. Quanto durerà ancora? Non lo sappiamo, ma sarà bello scoprirlo
31/60
- Quando questa classifica è stata ripresa dall’aggregatore The Dunk Central, Damian Lillard non ha resistito all’impeto di ricondividerla aggiungendo la sua perplessità per il decimo posto di Morant, a suo modo di vedere meritevole di un posto migliore
32/60
- Età: 23 | Top 100 ranking: 20 | Punteggio: 36.6
- 22.9 punti, 5.8 rimbalzi, 5 assist, 1.1 recuperi, 57.3 eFG%, 70 partite giocate
33/60
- Di pari passo al suo compagno di squadra e nativo del South Carolina Morant, Zion rimane un giocatore estremamente attraente dal punto di vista visivo ma anche sconsolante quando si notano tutti i problemi di infortuni che ha avuto. Anche in questa stagione in cui finalmente ha giocato 71 partite, alla sua migliore gara dell’anno (40 punti al torneo play-in contro i Lakers) si è fatto male a 3 minuti dalla fine: la storia di una carriera riassunta in una gara
34/60
- Età: 21 | Top 100 ranking: 33 | Punteggio: 38.6
- 22.6 punti, 6.9 rimbalzi, 5.4 assist, 0.6 stoppate, 49.7 eFG%, 80 partite giocate
35/60
- Il primo anno era stato ottimo, il secondo addirittura eccellente raggiungendo il primo All-Star Game della carriera e con playoff solidissimi da 27 punti, 8.6 rimbalzi e 4 assist di media in sette partite. Il futuro è radioso per lui e per i Magic, anche se mancano ancora dei pezzi attorno a lui e a Franz Wagner per poter competere sul serio. Lui, però, ha tutto quello che serve ed è a un tiro da tre rispettabile dall’essere ingestibile
37/60
- Ha fisico, tecnica, comprensione del gioco e ferocia per avere successo in entrambe le metà campo, potendo indifferentemente segnare sui tre livelli e difendere contro qualunque avversario. Gli manca un po’ di esperienza, come è giusto che sia per un giocatore solamente al suo secondo anno di NBA, ma può già prendersi sulle spalle un attacco quando SGA va a sedersi e funzionare perfettamente al suo fianco. In più la sua personalità è coinvolgente tanto per i compagni quanto per i tifosi
38/60
- Età: 22 | Top 100 ranking: 41 | Punteggio: 39.7
- 16.5 punti, 7.9 rimbalzi, 2.4 assist, 2.3 stoppate, 59.8 eFG%, 82 partite giocate
39/60
- Solo una stagione del livello di quella di Wembanyama gli ha tolto un premio di rookie dell’anno più che legittimo, visto che si è reso fondamentale per i Thunder capaci di chiudere col miglior record della Western Conference. Nel suo anno da matricola si è già reso indispensabile nelle due metà campo, e questa è probabilmente la peggior versione che vedremo di lui da qui al termine della carriera. Mentalmente è una belva: si può scommettere sui suoi miglioramenti
40/60
- Età: 22 | Top 100 ranking: 41 | Punteggio: 39.7
- 16.5 punti, 7.9 rimbalzi, 2.4 assist, 2.3 stoppate, 59.8 eFG%, 82 partite giocate
41/60
- Niente James Harden? E che problema c’è: il Giocatore Più Migliorato dell’Anno è asceso al rango di All-Star non appena l’ingombrante compagno di squadra ha fatto le valigie, e anche ai playoff ha dimostrato di potere essere più che una spalla per Joel Embiid, specialmente con quella memorabile prestazione da 46 punti al Madison Square Garden in gara-5. Una performance così attraente da rendere i Sixers di nuovo appetibili sul mercato
43/60
- Il suo stile di gioco altruista e sopraritmo innerva tutta la franchigia in campo e fuori, grazie anche alla sua personalità e alla voglia di diventare uno dei grandi della storia dei Pacers. I risultati sono anche dalla sua parte, visto il percorso che li ha portati fino alle finali di conference a Est. A metà campo è più prevedibile rispetto a quando gioca sui 28 metri e in difesa va protetto, ma pochi riescono ad avere il suo impatto sulla cultura di una squadra
44/60
- Età: 25 | Top 100 ranking: 2 | Punteggio: 45.4
- 33.9 punti, 9.2 rimbalzi, 9.8 assist, 1.4 recuperi, 57.3 eFG%, 70 partite giocate
45/60
- Beata la lega che può mettere Doncic giù da un podio qualsiasi, figuriamoci quello degli under 25. Ha ormai raggiunto un livello tale da rappresentare da solo un attacco efficiente, indipendentemente da chi gli viene messo attorno. Il contrappasso è un atteggiamento non sempre edificante in campo (specie nei confronti degli arbitri, ma anche dei compagni), ma rimarrà un candidato MVP ogni anno fino a quando il fisico continuerà a sorreggerlo, perché il suo stile di gioco non invecchia
46/60
- Età: 25 | Top 100 ranking: 4 | Punteggio: 45.8
- 30.1 punti, 5.5 rimbalzi, 6.2 assist, 2.0 recuperi, 56.7 eFG%, 75 partite giocate
47/60
- Solamente alla sua sesta stagione NBA e forse la terza con un roster competente a fianco, è rimasto dietro solo a Jokic per il premio di MVP, il che dice molto del suo impatto in campo. Sono trenta punti efficienti ogni volta che gioca, e in più si impegna in difesa, non gli interessa della gloria personale e vuole guidare una franchigia come i Thunder al massimo livello. Cosa volere di più?
49/60
- La personalità più debordante della NBA unita a un talento eccezionale gli hanno permesso di trascinare i T’Wolves alle finali di conference a 20 anni dall’ultima volta. La sua leggenda è ancora in costruzione, ma proprio il fatto che si sta realizzando davanti ai nostri occhi cattura lo sguardo degli appassionati e degli occasionali. Aggiungeteci anche il ruolo in Hustle e avete una giovane superstar praticamente perfetta
50/60
- Età: 20 | Top 100 ranking: 16 | Punteggio: 48.1
- 21.4 punti, 10.6 rimbalzi, 3.9 assist, 3.6 stoppate, 51.9 eFG%, 71 partite giocate
51/60
- Non è solo il talento in campo, che pure è evidentemente generazionale. Ma tutto l’insieme di personalità, carisma, genuino interesse, voglia di lavorare e migliorarsi, e amore per il gioco. Ci sono solo due possibili dubbi, entrambi fuori dal suo controllo: gli infortuni e che gli Spurs gli costruiscano la giusta squadra attorno. Ma che sia un Hall of Famer già fatto e finito è quasi fuori discussione dopo appena un anno di NBA
52/60
- I membri della redazione di The Ringer che hanno votato per questo gioco erano stati chiamati a dare un voto da uno a 10 in cinque categorie diverse, e solo tre volte il 10 è stato dato all’unanimità: a Anthony Edwards nella categoria “Coinvolgimento delle persone” e a Victor Wembanyama per “Prestazioni future” e “Qualità da uomo franchigia”