Playoff NBA, la dedica speciale di Doncic a Gobert: "Non puoi marcarmi"

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A 3 secondi dalla fine di gara-2, Dallas insegue Minnesota sul 106-108 per i padroni di casa, Luka Doncic rimane accoppiato con Rudy Gobert e gli segna in faccia la tripla della vittoria con una dedica speciale. Lo sloveno, nel dopo partita, scherza anche sulla sua poca esplosività e prende in giro l'avversario battuto nella giocata che decide l'incontro e indirizza la serie verso i Mavericks, ora a sole due vittorie dall'approdo alle NBA Finals

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Ci sono due cose che a Luka Doncic, già da quando era un adolescente che esordiva con la maglia del Real Madrid in Eurolega, non sono mai mancate: il coraggio di prendersi i tiri decisivi e la voglia di prendere in giro gli avversari. Così succede che dopo aver segnato il canestro decisivo in gara-2 delle finali della Western Conference, lo sloveno regali soddisfazioni anche davanti ai microfoni. La tripla che manda avanti i Mavs 2-0 nella serie con Minnesota è arrivata su un isolamento con Rudy Gobert, fresco vincitore del suo 4° premio di difensore dell'anno, beffato con una parabola perfetta in stepback a cui è seguita una dedica alquanto speciale. E allora la maggior parte delle domande nel dopo partita si concentra proprio su quella giocata. Quando gli viene chiesto del movimento con cui ha battuto l'avversario di turno, Doncic risponde sarcastico "Io vado piano, ma di certo sono più veloce di lui [Gobert]". Il riferimento è alla limitata esplosività di cui dispone la stella di Dallas, mancanza ampiamente compensata da altre qualità, anche comunicative.

Luka segna, vince e scherza

Il confronto con Gobert, peraltro, era già stato acceso anche durante la partita, ma sull'ultimo possesso quello era l'accoppiamento che Dallas cercava. "Ho detto io a Dereck [Lively II] di portare il blocco", ha raccontato Doncic nel dopo partita, "sapevamo che loro avrebbero cambiato in difesa ed era ciò che volevamo". E dopo aver segnato il tiro del 109-108 in faccia al francese, Doncic si è rivolto all'avversario con il più classico dei "Non sei in grado di marcarmi", aggiungendovi un'espressione colorita. Quando in conferenza gli è stato chiesto dello sfogo personale, però, la stella dei Mavs si è rifugiata ancora nell'ironia: "Non l'ho mai detto, lì stavo parlando in sloveno".