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NBA Finals, la maturità di Tatum: "Siamo vicini all'obiettivo, il mio ego viene dopo"

NBA
©Getty

Anche in gara-2 Jayson Tatum ha tirato male segnando solo 6 dei 22 tiri tentati, ma ha fatto tutto il resto sfiorando la tripla doppia per portare i Boston Celtics sul 2-0 nella serie contro Dallas. Dopo il match ha avuto parole di grande maturità: "Sono già arrivato fino alle Finals e ho perso, ora che siamo così vicini al nostro obiettivo perché dovrei lasciare che il mio ego si metta di mezzo? Devo tirare meglio, ma tutto quello che ci dà la miglior opportunità di vincere a me sta bene"

Anche per il più sfegatato dei tifosi di Jayson Tatum sarebbe difficile definirlo come il miglior giocatore visto in campo fino a questo momento alle Finals. Anche in gara-2 il numero 0 dei Boston Celtics ha sbagliato tanto in termini di conclusioni, realizzando appena 6 dei 22 tiri tentati, portando la sua percentuale nella serie finale a un non entusiasmante 31.6%. Eppure per la sesta volta su sei i Celtics hanno vinto nonostante il loro miglior giocatore abbia tirato sotto il 40% dal campo, sintomo non solo che Boston ha una squadra completa, ma anche che lo stesso Tatum riesce a rendersi utile in molti altri modi che non siano mettere punti a tabellone. In gara-2 ad esempio il numero 0 ha sfiorato la tripla doppia, catturando 9 rimbalzi (solo Jrue Holiday meglio con 11) e distribuendo 12 assist per i compagni, pur realizzando comunque 18 punti grazie a 5 tiri liberi a segno sui 6 tentati, rimanendo in campo per 45 minuti con un plus-minus di +6.

Tatum parla da leader: "Il mio ego viene dopo"

Dopo la partita, Tatum ha affrontato le sue difficoltà con la maturità di un veterano, spiegando come sta approcciando le sue seconde finali in carriera: "Sono già arrivato fino a questo punto senza riuscire a vincere, perciò ora che siamo così vicini al nostro obiettivo, perché dovrei mettere in mezzo il mio ego o la mia necessità di segnare tutti i punti? Ci saranno dei momenti in cui dovrò segnare e ovviamente devo tirare meglio, caspita. Ma parliamo sempre di fare tutto il necessario per vincere per tutto il tempo che serve. Se avere 16 assist potenziali ogni singola sera è quello che ci mette nella miglior condizione per vincere e questo significa che non sarò io il miglior realizzatore, a me sta benissimo". Parole da leader confermate anche dai fatti, visto che il numero 0 sta facendo ad alto livello tutto che serve per far vincere i suoi, anche se non è la sua stella a brillare maggiormente — anche per decisione dei Mavs. "Ricevo tante attenzioni, ogni volta che faccio un paio di palleggi mi ritrovo tre persone su di me. Perciò non sarò sempre io a prendermi il tiro, ma devo essere io a procurarci il miglior tiro possibile, sapendo che nei loro schemi vogliono toglierci qualcosa. Abbiamo tanti tiratori in squadra che possono aprire il campo, e hanno lasciato Jrue sempre libero: non ho dovuto fare niente di spettacolare, solo trovare il compagno smarcato. Posso essere il punto di riferimento in modi diversi: magari non segnerò tutti i punti, ma faccio tutto quello che serve per mettere i miei compagni nella miglior condizione possibile per farci vincere". Parole da leader, parole di uno pronto a vincere il primo titolo della sua carriera — anche se l’MVP delle Finals dovesse finire a qualcun altro.

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