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NBA, Derrick White a Sky: "Marcare Irving è divertente. Stoppate? Questione di tempismo"

NBA
©Getty

I Boston Celtics non sarebbero arrivati a una vittoria dal titolo (da conquistare stanotte alle 2.30 in diretta sui canali di Sky Sport e in streaming su NOW) senza l’apporto di Derrick White, fondamentale tanto in attacco quanto in difesa in una stagione che potrebbe portarlo anche alle Olimpiadi. Prima di gara-4 la guardia di Boston ha risposto alle domande di Matteo Soragna per Sky Sport, spiegando i segreti della difesa su un attaccante del calibro di Kyrie Irving e cosa lo rende così bravo a stoppare

Nelle finali di due anni fa Derrick White partì benissimo (21 punti in gara-1) per poi spegnersi nel resto della serie, fino a giocare appena 16 minuti nella definitiva gara-6 che ha dato il titolo ai Golden State Warriors. Oggi è un giocatore decisamente migliore e protagonista della sua miglior stagione della carriera, meritandosi l’inclusione nel secondo quintetto difensivo ideale della stagione ma viaggiando anche a 15.2 punti, 4.2 rimbalzi e 5.2 assist di media in regular season, tirando con uno strepitoso 39.6% dall’arco su quasi 7 tentativi a partita. E ai playoff è andato ancora meglio, sfiorando i 17 punti di media e il 40% da tre punti su un volume ancora maggiore (8.5 triple tentate a partita), oltre a fornire la solita strepitosa difesa su tutti gli esterni avversari. Prima di gara-4 contro Dallas il possibile futuro membro di Team USA alle Olimpiadi (se Kawhi Leonard dovesse dare forfait, il favorito numero 1 è lui) ha risposto alle domande di Matteo Soragna per Sky Sport, spiegando quali sono le difficoltà di dover marcare un attaccante del calibro di Kyrie Irving, cosa lo rende uno stoppatore d’élite tra le guardie e quali sono somiglianze e differenze tra due allenatori come Gregg Popovich e Joe Mazzulla.

La vostra difesa in questa finale è sembrata diventare ancora migliore. Come è possibile?

"Non abbiamo ricevuto molto credito per la nostra difesa, ma crediamo tutti di essere un'ottima squadra difensiva e di avere molti giocatori che possono difendere più posizioni e farlo ad alto livello. Io personalmente scendo in campo sempre con la voglia di competere, la mia difesa è motivo di orgoglio".

 

Come difensore sul punto d'attacco, spesso ti ritrovi a difendere fondamentalmente da solo in uno contro uno con due dei migliori giocatori della storia come Luka Doncic e Kyrie Irving. Quali sono le difficoltà?

"Sì, abbiamo difeso in questo modo per gran parte dell'anno e proviamo a farlo anche contro questi due grandi giocatori, che uno contro uno possono fare tantissime cose diverse. Sicuramente è una sfida e tutti la stanno accettando competendo ad alto livello. Ma è divertente, il livello è alto e dobbiamo continuare ad essere bravi in ​​questo".

 

Marcare Kyrie Irving è dura. Puoi dirmi le tue tre priorità principali quando difendi contro di lui, in termini tecnici o in termini di posizionamento?

"Sì, è difficile perché proprio quando pensi di averlo fatto andare dove vuoi che vada, ha mille  contromosse diverse che può tirare fuori dalla borsa in ogni momento. Quindi provi a metterlo a disagio e a contestare ogni tiro. È un grande giocatore, inevitabilmente segnerà tiri difficili. E poi ogni volta è una mossa diversa, una sfida diversa. Comunque non è solo uno contro uno, ci sono molti cambi e molto aiuto dietro. Quindi devi solo rimanere connesso".

 

Oltre a pregare, come ha detto Jrue Holiday, preferisci mandarlo in una direzione o reagire ad una sua mossa?

"Sì, la preghiera aiuta sicuramente [ride, ndr]. Ma non direi che mandarlo in una direzione aiuta molto. Ovviamente alcuni giocatori sono davvero bravi ad andare in una direzione, ma come si è visto in questa postseason, Kyrie può finire con entrambe le mani, può penetrare a sinistra come a destra, quindi scegliere una direzione non serve. Cerco solo di leggere e reagire".

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Sei una delle più migliori guardie in quanto a stoppate. Sei un buon atleta, ma non ti vediamo schiacciare o fare salti assurdi in campo. Cosa ti rende un buon stoppatore? È una questione di tempismo, comprensione, tecnica?

"Direi il mio tempismo, probabilmente è quello che so fare meglio. Non direi che sono l'atleta più folle della NBA o roba del genere, ma penso di avere un tempismo davvero buono e di essere nella posizione giusta al momento giusto. Quindi metti insieme queste due cose e provi a fare una giocata".

 

Dal mio punto di vista, uno dei punti di forza della vostra squadra è l’atteggiamento e l’approccio che tu, Jrue Holiday e Jaylen Brown avete come leader silenziosi. E quando intendo silenzioso, intendo dire che non parlate troppo in campo. È una buona impressione?

"Sì, penso che la cosa grandiosa della squadra sia che abbiamo molti ragazzi che guidano in modi diversi e sono vocali in modi diversi. Tutti lo accettano e sono disposti a migliorare solo per ascoltare. Penso che sia davvero la parte più importante. Non direi che abbiamo il gruppo più vocale, ma abbiamo ragazzi che sicuramente guidano a modo loro. È molto divertente".

 

Durante la stagione regolare avete avuto una media di più o meno 240 passaggi. In questa serie siete sopra i 270 passaggi. È stata una scelta da parte di coach Mazzulla oppure è semplicemente accaduto leggendo la difesa?

"Cerchiamo solo di leggere la difesa. Fanno un buon lavoro, soprattutto sul lato forte mandando molti aiuti. Noi cerchiamo di penetrare, scaricare, leggere bene e fare tutte quelle cose di cui parliamo da tutto l'anno. In realtà non contiamo i passaggi, ma proviamo solo a fare quel passaggio in più e leggere il campo nella maniera corretta".

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Sei stato allenato da Popovich, che ha 70 anni. Adesso sei allenato da Mazzula, che ne ha 35. Quali somiglianze e differenze vedi tra i due?

"Ovviamente l'età è una grande differenza, ma sono entrambi grandi menti del basket. Mazzulla parla sempre della gioia della pallacanestro, Popovich chiede sempre di rispettare il gioco e di non prenderlo in giro. In un certo senso vanno di pari passo nel cercare la giocata giusta e il passaggio giusto, perché questo crea gioia all’interno della squadra. Probabilmente direi che questa è la più grande somiglianza".

 

Ogni anno aggiungi qualcosa al tuo gioco. Qual è il processo del tuo lavoro, settimanale, mensile, anno per anno, che ti permette di aggiungere qualcosa di nuovo?

"Penso che basta guardare indietro all'anno, vedere cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato e poi essere continuo. Ogni giorno cerco di fare qualcosa. Non deve essere ogni volta l'allenamento più duro della mia vita, ma semplicemente essere continuo con l’allenamento e con quello che sto cercando di fare. Tutte quelle piccole cose, giorno dopo giorno, contribuiscono a cercare di aiutare la mia squadra a vincere le partite".

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