La stagione NBA è ancora lontana dal suo inizio, fissato per il prossimo 22 ottobre, ma JJ Redick è già da tempo al lavoro. Esordiente assoluto sulla panchina dei Lakers, l’ex giocatore di Clippers e Sixers ha parlato del suo staff di assistenti e del criterio con cui ha scelto chi lo affiancherà in panchina. La prerogativa è una sola: essere dei malati di pallacanestro ossessionati dal lavoro
RIVOLUZIONI E CONFERME: CHI HA CAMBIATO DI PIÙ IN ESTATE
La telenovela riguardante la panchina dei Lakers ha tenuto banco per tutta la primavera e la prima parte dell’estate, anche perché il front office gialloviola, ad un certo punto, non è sembrato avere le idee molto chiare su chi avrebbe dovuto prendere il posto di Darvin Ham, esonerato senza troppe cerimonie dopo una stagione deludente. Ad avere le idee molto chiare, invece, è sembrato da subito JJ Redick, uscito vincitore dalla corsa che per un lungo periodo aveva visto in testa Dan Hurley. Da quando è stato nominato nuovo allenatore dei Lakers, infatti, l’ex giocatore di Clippers e Sixers ha dimostrato di essere piuttosto sicuro di ciò che serve per far cambiare marcia alla squadra. E, forse non a caso, uno dei punti su cui Redick ha insistito fin dall’inizio su quello che viceversa era uno dei difetti che sarebbero costati il posto a Ham, e ci è tornato in una intervista rilasciata ieri a “Spectrum SporsNet”, “Per prima cosa sono felicissimo di essere qui in palestra a lavorare” ha dichiarato Redick alla televisione che segue la squadra, “questa è la parte migliore del ruolo di allenatore”. Al training camp dei Lakers mancano ancora tre settimane abbondanti, ma Redick è già pronto a tuffarsi nel lavoro quotidiano e si aspetta che il suo staff lo sia altrettanto.
La scelta degli assistenti, LeBron e AD
Nella stessa intervista, Redick ha insistito sul tasto dell’etica lavorativa, metro di giudizio con cui ha scelto lo staff di assistenti che lo accompagneranno per la stagione. Staff capeggiato da due ex allenatori dalla lunga esperienza in NBA come Scott Brooks e Nate McMillan, e che vede anche specialisti come Bob Beyer, Greg St.Jean, Lindsey Harding, Beau Levesque e Michael Wexler, un gruppo eterogeneo di uomini e donne con, a quanto pare, una sola in comune. “Nello scegliere i miei assistenti ho voluto solo invasati, ossessionati dal basket e pronti a lavorare duramente e credo di averli trovati”. A Redick è poi stato chiesto di LeBron James e Anthony Davis, stelle dei Lakers reduci da un’estate di trionfi olimpici con la maglia di Team USA e della possibilità di concedergli un inizio di preparazione meno impegnativoconsiderata l’età e il periodo ridotto di vacanza goduto. “Stiamo parlando di due grandi, grandissimi professionisti”, ha dichiarato Redick, “non sono affatto preoccupato del fatto che saranno pronti quando inizierà la stagione, il nostro obiettivo è di farli stare bene”.