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NBA, i Lakers non s’impegnano: coach Redick si arrabbia e abbandona la conferenza stampa

NBA

Nella notte i Lakers hanno perso nettamente a Memphis 131-114 e a coach JJ Redick non è piaciuto per niente l’atteggiamento dei suoi, con l’eccezione del solo LeBron James. E nella conferenza stampa del dopo partita, di fronte alla domanda di un cronista relativa al modo in cui l’allenatore esordiente intendeva affrontare il problema, Redick ha dato una risposta secca e se n’è andato

 

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Che JJ Redick avesse preso con estrema serietà il nuovo impegno da allenatore lo si era capito fin dall’inizio della sua avventura ai Lakers, così come era apparso chiaro da subito che l’ex giocatore di Magic e Sixers non avrebbe preso alla leggera gli eventuali passaggi a vuoti dei suoi ragazzi. E di passaggio a vuoto si è senz’altro trattato a Memphis, dove nonostante un LeBron James da 39 punti e 7 rimbalzi, i gialloviola hanno perso nettamente contro una versione dei Grizzlies priva di titolari come Desmond Bane e Marcus Smart, a cui nel 3° quarto si è aggiunto Ja Morant, uscito per un problema muscolare senza più riuscire a rientrare. I Lakers hanno senz’altro sofferto la mancanza di Anthony Davis, a sua volta fermo per infortunio, ma a coach Redick non è andato giù l’atteggiamento mostrato dalla squadra.

Coach Redick non ci sta

Della prestazione di Memphis, Redick ha affermato di voler salvare solamente LeBron James, l’unico a suo dire a scendere in campo con l’atteggiamento giusto. La questione dell’impegno e dell’energia messa sul parquet dalla squadra è stata al centro della conferenza stampa dell’allenatore dei Lakers nel dopo partita. E dopo aver ribadito come il giocatore più vecchio in campo, prossimo a compiere quarant’anni, sia stato per l’ennesima volta esempio di come si dovrebbe approcciare ogni sfida, un cronista a chiesto a Redick in che modo intendesse affrontare la questione con i suoi giocatori. La risposta secca, “L’ho appena fatto”, è stata l’ultima della conferenza stampa di Redick, che con un gesto plateale ha posato il microfono è se n’è andato. Il messaggio a tutti i giocatori dei Lakers che non vestono la maglia numero 23 dovrebbe essere arrivato forte e chiaro

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