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NBA, Dion Waiters: "Potrei segnare 20 punti anche adesso. A OKC tanta tensione nascosta"

NBA
©Getty

Intervenuto nel podcast del giornalista Scoop B Robinson, Dion Waiters ha sostenuto che, se ne avesse l’opportunità, segnerebbe 20 punti anche oggi che non gioca in NBA da quattro anni. "Sono nato con un dono, che è quello di giocare a basket. È come andare in bicicletta". E sul suo passato a OKC lancia delle ombre: "C’era molta tensione e un sacco di interessi nascosti"

L’ultima volta che abbiamo visto Dion Waiters su un campo NBA era nella bolla di Orlando dell’estate del 2020, quando fece parte dei Los Angeles Lakers campioni NBA mettendo pochissimo piede in campo (appena cinque presenze in tutto, nessuna dopo gara-2 della serie contro Houston). Pur avendo solamente 28 anni, il giocatore nativo di Philadelphia non ha più trovato posto in NBA, rimanendo a casa senza più tornare sul parquet neanche in altre parti del mondo. L’ultima notizia che lo riguarda risale al luglio del 2023, quando ha tenuto un provino davanti a diversi dirigenti della NBA, evidentemente però non così convinti di dargli un’altra chance. Stando a lui, però, ancora oggi potrebbe fare la differenza tra i professionisti: "Posso ancora andare là fuori e segnare 20 punti in questo stesso momento, letteralmente" ha detto nel podcast del giornalista Scoop B Robinson. "Lo dico rispettosamente, ma ne sono convinto. Sono nato con un dono, che è quello di saper giocare a basket. Ed è come andare in bicicletta". Nel corso della sua carriera Waiters ha disputato 419 partite e in 82 occasioni ha raggiunto o superato quota 20, con un massimo in carriera da 33 punti raggiunto in cinque gare diverse.

Waiters getta ombre sui Thunder: "C'era molta tensione e tante agende nascoste"

Al di là del titolo vinto nella bolla sul fondo della panchina dei Lakers, Dion Waiters è andato vicino a giocarsi l’anello in campo come membro degli Oklahoma City Thunder nel 2015-16, perdendo in finale di conference contro i Golden State Warriors dopo essere stati in vantaggio sul 3-1 nella serie. Waiters ha gettato qualche ombra su quella squadra e quello spogliatoio: “Guardando dall’esterno, avresti pensato che le cose andassero in un certo modo. Poi una volta arrivato lì vedi che non è come sembra. I ragazzi andavano d'accordo, ma da lontano, avresti pensato che i ragazzi fossero più vicini di quanto non fossero in realtà. Poi quando ci sei dentro rimani sorpreso. Saremmo dovuti andare alle finali, però. Eravamo su 3-1, e odio parlarne, ma OKC c’era un sacco di tensione, un sacco di agende nascoste, di persone che pensavano al proprio interesse". Tra questi, però, non sembrano esserci i due leader di quel gruppo, Russell Westbrook e Kevin Durant, per i quali Waiters ha avuto solo parole di elogio. “Stando insieme a Russ e KD ho imparato la professionalità. Cascasse il mondo, Russ è sempre stato il primo ad arrivare, non importa se si trattasse di allenamenti, shootaround, recupero, qualsiasi cosa. La sua etica del lavoro non aveva eguali. Anche KD. Hanno fissato lo standard per tutti con il duro lavoro".

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