Reduci dalla sconfitta casalinga contro Golden State della notte precedente e dal brutto infortunio occorso a Chet Holmgren, i Thunder ospitavano i Clippers nella seconda partita di un impegnativo back-to-back. A trascinare i suoi alla vittoria 134-128 è stato ancora una volta Shai Gilgeous-Alexander, autore del suo career high con 45 punti. Dopo la gara, però, la stella di OKC ha minimizzato l’impresa
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Le ultime ventiquattr’ore non erano state affatto semplici per i Thunder, reduci dalla pesante sconfitta casalinga subita da Golden State e dalla notizia del brutto infortunio occorso a Chet Holmgren proprio durante la gara contro gli Warriors. Nella notte, poi, a Oklahoma City arrivavano i Clippers, vera e propria mina vagante della Western Conference e squadra in grado di battere pressoché chiunque sulla singola partita. I padroni di casa, che essendo già privi anche di Isaiah Hartenstein e Jaylin Williams erano costretti a giocare di fatto senza lunghi di ruolo, si trovavano quindi ad affrontare una sfida pericolosa, in grado potenzialmente di aprire una piccola crisi per i ragazzi allenati da Mark Daigneault. Solo che i Thunder, potendo contare su uno dei migliori giocatori di basket del pianeta, sono riusciti a superare l’ostacoloClippers in volata.
Una superstar modesta e un paragone impegnativo
“Non mi è sembrata una serata speciale, anzi: avrei dovuto segnare di più, mentre ho sbagliato troppi tiri facili”. Quella di Shai Gilgeous-Alexander al termine della sfida con i Clippers non è esattamente la dichiarazione a cui si è abituati da parte di una superstar che ha appena mandato a referto il suo massimo in carriera, eppure la serata del canadese è stata davvero grandiosa. I 45 punti rifilati a James Harden e compagni superano il career high precedente di SGA, fissato a quota 44 e risalente al febbraio del 2023contro Portland, risultando essenziali per far subito riprendere fiato a OKC dopo la battuta d’arresto contro Golden State. Alla stella dei Thunder, però, sembra importare relativamente del traguardo personale: “Il mio compito sta nel far aumentare il livello di fiducia nei miei compagni”, ha ribadito SGA dopo la partita, ricordando la dolorosa eliminazione agli ultimi playoff per mano di Dallas, “e assicurarmi che tutti siano pronti per giocare nei momenti che contano”. A contraddire la modestia di Gilgeous-Alexander, però, ci ha pensato il coach avversario Ty Lue, che in sala stampa ha affermato senza esitazioni: “SGA è ancora molto giovane, ma ha già quella consapevolezza di potersi prendere la partita quando vuole. Mi ricorda i grandi del passato come Michael Jordan”.