Lontano da Indianapolis l'All-Star dei Pacers segna la metà dei punti che realizza davanti al suo pubblico e le sue percentuali al tiro - ottime tra le mura di casa - diventano di colpo disastrose. Un'altalenanza che si riflette nel record di squadra. E Indiana ha bisogno di più costanza dal suo leader se vuole tornare ai vertici della Eastern Conference
Sconfitti anche a Memphis nella notte, gli Indiana Pacers – 9 vinte, 12 perse fin qui, ottavi a Est – hanno un record estremamente positivo in casa (7-3) e disastroso lontano da Indianapolis (2-9). Un trend che ricalca esattamente le prestazioni del leader dei Pacers Tyrese Haliburton, che sembra recitare al meglio il ruolo di Dr. Jekyll & Mr. Hyde in questo avvio di stagione. Davanti al suo pubblico assomiglia tantissimo al giocatore già due volte All-Star e leader della NBA negli assist la scorsa stagione; in trasferta diventa un giocatore completamente diverso, impalpabile, a volte perfino dannoso. Le cifre sono lì a testimoniarlo: nelle 10 gare interne viaggia a quasi 23 punti di media, con oltre il 48% dal campo, sfiorando il 43% da tre punti (42/98), con un plus/minus (il saldo di squadra con lui in campo) di +3.4 punti. Nelle 11 gare esterne, però, la media punti si dimezza (sotto i 12 punti a sera) e le percentuali di tiro sono tragiche, sotto il 32% dal campo (appena oltre il 22% da tre, 19/84), con i Pacers che nei minuti con lui in campo vanno sotto di quasi 9 punti rispetto agli avversari.
Da quando è arrivato a Indianapolis, le cifre complessive dell’ex Sacramento non sono mai state così basse, per produzione offensiva (punti & assist) ma anche per percentuali: i Pacers hanno bisogno di ritrovare in fretta il vero Haliburton. Augurandosi che il vero sia quello che si è visto nelle ultime due-tre stagioni.
