La stagione dei Kings non sta fin qui andando come sperato ma quella, individuale, di Domantas Sabonis è per lui senza precedenti. L'ex giocatore di Gonzaga sta viaggiando infatti ai massimi in carriera per punti (oltre 21 a sera), percentuale dal campo (vicina al 62%) e percentuale da tre (sfiora il 43%), guidando la lega (per il terzo anno in fila) per doppie doppie e piazzandosi al secondo posto per media rimbalzi. Merito, forse, anche di un numero - l'11 - che lo riporta un po' più vicino a papà Arvydas
A sentire suo padre, il leggendario Arvydas Sabonis, da ragazzino Domantas Sabonis voleva un solo numero di maglia, se c’era da scendere in campo per giocare: il 23 di Michael Jordan. Poi però, crescendo, l’ammirazione per papà ha avuto la meglio e tanto al college, a Gonzaga, quanto in NBA con la maglia degli Indiana Pacers, l’attuale centro dei Kings ha sempre indossato il n°11 di papà Arvydas (al suo primo anno, a OKC, non ha potuto farlo perché l’11 ai Thunder era sulle spalle di Enes Freedom). Poi, con il trasferimento a Sacramento, ecco il cambio di maglia, e il passaggio al 10. Il motivo? Semplice: ai Kings il n°11 è ritirato, in onore di Bob Davies, giocatore che negli anni ’50 ha disputato 7 stagioni gli attuali Kings (allora Rochester Royals) vincendo anche un titolo NBA nel 1951.
Ma quest’annno, prima del via del campionato, la famiglia e i figli di Davies hanno dato a Domantas il “permesso” di indossare il numero ritirato di Bob, permettendogli quindi di tornare a omaggiare papà Arvydas anche in California. Cosa che il lungo dei Kings sta facendo egregiamente, disputando l’ennesima stagione meravigliosa.