Per la prima volta dopo nove anni Bradley Beal ha cominciato una partita uscendo dalla panchina, ben figurando nel nuovo ruolo per i Phoenix Suns con 25 punti contro Philadelphia. Dopo la partita però il veterano ha specificato la sua posizione: "Il coach ha preso una decisione e la rispetto, ma io mi sono un titolare in questa lega. E se vogliono scambiarmi devono prima passare da me, perché sono io che ho il coltello dalla parte del manico"
Dopo aver perso sette delle ultime otto partite, i Phoenix Suns avevano bisogno di una sterzata per evitare che il momento negativo si prolungasse troppo. Coach Mike Budenholzer ha deciso di ricorrere alle maniere forti, togliendo dal quintetto sia Jusuf Nurkic (in favore di Mason Plumlee) che soprattutto retrocedendo Bradley Beal a riserva, mettendo al suo posto il rookie Ryan Dunn. Una decisione che ha pagato subito dividendi: dopo nove anni ininterrotti da titolare, Beal ha ben figurato alla sua prima partita da riserva, segnando 20 dei suoi 25 punti di serata in un secondo tempo in cui i Suns hanno rimontato e battuto Philadelphia, interrompendo una striscia di quattro sconfitte in fila. Ciò nonostante, Beal ha voluto puntualizzare dopo il match qual è la sua posizione: "L’allenatore ha preso una decisione e devo conviverci" ha detto a AZCentral.com. "Sono fermamente convinto di essere un titolare in questa lega, senza voler mancare di rispetto a nessuno. Ma l’allenatore ha deciso così e non ho intenzione di lamentarmi o di essere una distrazione".
Beal e le voci di mercato: "Ho io il coltello dalla parte del manico"
La retrocessione in panchina potrebbe essere anche interpretato come un messaggio da parte della franchigia per indirizzarlo verso la porta e convincerlo a lasciare l’Arizona, visto che scambiarlo è l’unico modo che hanno i Suns per poter cambiare il volto della squadra senza toccare Devin Booker e Kevin Durant. Peccato però che ci sia di mezzo il contrattone di Beal, che oltre a guadagnare 50 milioni di dollari quest’anno ha ancora da riscuotere 53.6 milioni nella prossima stagione e una player option da 57.1 milioni per quella successiva. E come se non fosse già abbastanza difficile scambiare un contratto del genere, Beal ha anche la "no trade clause", dandogli quindi l’ultima parola su qualsiasi scambio lo riguardi, un privilegio che nella NBA hanno solamente lui e LeBron James. Quando gli è stato chiesto se la retrocessione in panchina deve essere interpretato come un segnale legato al mercato, Beal è stato chiaro: "Se è così, devono dirmelo perché sono io che ho il coltello dalla parte del manico. Fino a quando qualcuno non viene da me a dirmi qualcosa di diverso, rimango un Sun". Secondo quanto scritto dal giornalista di Phoenix John Gambadoro, le uniche destinazioni per le quali Beal potrebbe decidere di rinunciare alla sua player option sono Los Angeles, Miami e Denver, anche se non ha escluso che "qualche altra squadra potrebbe funzionare per lui".