
Era nell’aria da qualche settimana, e alla fine la notizia della trade che ha al centro De’Aaron Fox è arrivata nella notte. Per portarsi a casa il playmaker ormai ex Sacramento gli Spurs hanno coinvolto anche Chicago nello scambio, con Zach LaVine, altra stella data in partenza da tempo, che lascia i Bulls per approdare a Sacramento. Un movimento di mercato che cambia la prospettiva delle tre squadre coinvolte
Non è un colpo clamoroso a sorpresa come quello che aveva coinvolto Luka Doncic, Anthony Davis, Lakers e Mavs la notte precedente, perché l’idea della trade era nell’aria da tempo, ma il passaggio di De’Aaron Fox agli Spurs fa comunque notizia. Per portarsi a casa il playmaker ormai ex Sacramento, arrivato insieme a Jordan McLaughlin, San Antonio ha dovuto approntare uno scambio a tre squadre che ha visto Chicago nel ruolo di terza in comodo. Gli Spurs, oltre a Sidy Cissoko, Zach Collins e Tre Jones, hanno ceduto quattro prime scelte e due seconde scelte. I Kings, viceversa, rinunciando a Kevin Huerter e a McLaughlin oltre che a Fox, si sono portati a casa Zach Lavine, tre prime scelte precedentemente di proprietà degli Spurs (la 2025 di Charlotte, quella di San Antonio del 2027 e quella di Minnesota del 2031) e tre seconde scelte (quella di Chicago per il 2025, quella di Denver per il 2028 e la loro seconda scelta che era stata ceduta proprio ai Bulls sempre per il 2028). I Bulls, infine, oltre a portarsi a casa Collins, Jones e Huerter, hanno recuperato la loro prima scelta al Draft del prossimo giugno, che in precedenza era nelle mani di San Antonio.
Un quasi all-in per gli Spurs
L’investimento, da parte di San Antonio, è di quelli importanti, perché per mettere le mani su Fox gli Spurshanno rinunciato a una parte cospicua del tesoretto di scelte future al Draft accumulate durante le ultime sessioni di mercato. Fox, d’altronde, alza da subito in maniera decisa il livello di talento della squadra e c’è grande curiosità per vederlo all’opera al fianco di Victor Wembanyama. Con l’eccezione di Cissoko, fin qui molto ai margini delle rotazioni, gli Spurs non hanno però dovuto rinunciare agli altri giovani talenti a roster, mantenendo quindi una prospettiva di medio-lungo termine. Per Sacramento lo scambio risolve una questione divenuta urgente, fornisce un giocatore in grado di contribuire da subito come LaVine e riallinea verso il futuro l’orizzonte della franchigia con le scelte arrivate da San Antonio. Per i Bulls, poi, la trade centra l’obiettivo di riprendersi la propria scelta al prossimo Draft, assoluta priorità per il front office di Chicago.
