Il gioco offensivo di Antetokounmpo è da sempre sotto la lente d'osservazione dei suoi critici. Che anche quest'anno hanno argomenti per "attaccare" il greco (è sotto il 60% - minimo storico - ai liberi e ha praticamente abbandonato il tiro da tre) ma che non possono riconoscere i grandissimi miglioramenti effettuati dalla superstar dei Bucks nelle conclusioni dalla mezza distanza
Può un giocatore capace di vincere il premio di MVP NBA (nel 2019) e di bissarlo l’anno successivo (nel 2020) continuare a migliorare? Se risponde al nome di Giannis Antetokounmpo la risposta è sì, e a quasi cinque anni di distanza dal secondo riconoscimento che lo incoronava come miglior giocatore della lega si può tranquillamente dire che la superstar dei Bucks ha aggiunto un “pezzo” mancante al suo gioco offensivo. No, non il tiro da tre punti – esperiemnto a lungo inseguito ma ora quasi definitivamente abbandonato (nella stagione 2019-21 era arrivato a tentare quasi 5 triple a partita, oggi non se ne prende neppure una di media). E no, neppure i tiri liberi – eterna spada di Damocle per il greco (anzi, non ha mai fatto peggio di quest’anno, quando per la prima volta in carriera viaggia sotto il 60%). I miglioramenti offensivi però ci sono stati e riguardano il tiro dal mid-range, la mezza distanza, una fase del gioco per Antetokounmpo sempre più importante proprio alla luce della sua incapacità di essere pericoloso oltre la linea da tre punti. Il n°34 dei Bucks è infatti virtualmente inarrestabile al ferro (segna più di tutti, 17.4 punti a partita, con quasi il 74% al tiro) e in area (sfiora i 20 punti a sera, e anche qui fa meglio di tutti), ma aggiungere pericolosità allontanandosi da canestro è sempre stato un suo obiettivo. Finalmente, si può dire, raggiunto.
Le percentuali più alte (e per distacco) della sua carriera
Oggi infatti Antetokounmpo tira con fiducia dal mid-range (lo spazio di campo al di fuori dell’area ma all’interno dell’arco da tre punti), visto che solo 6 giocatori in tutta la NBA si prendono più conclusioni da lì (4.3 a sera per lui). La sua percentuale di realizzazione, il 46.4%, è di oltre dieci punti superiori rispetto a quella dello scorso anno, quando in tutta la stagione aveva tentato solo 174 tiri (sono già 239 quest’anno e mancano ancora una quindicina di partite). Dei giocatori NBA con più di quattro tentativi dal mid-range a sera, solo degli autentici specialisti come Durant, Gilgeous-Alexander, Booker, DeRozan e Kawhi Leonard vantano al momento una percentuale migliore di Antetokounmpo, che in questo modo cerca di aprire maggiormente le difese avversarie e creare spazio nell’attacco a volte troppo congestionato dei Bucks. Una curiosità: neppure nell’anno del titolo (il 2020-21) il greco aveva dimostrato questa efficienza dal mid-range. Anche allora – come nelle ultime due stagioni – le percentuali si aggiravano attorno al 35%.
