NBA, Draymond Green vuole il premio di difensore dell'anno: "Forte come Duncan e Garnett"
NBAHa collezionato quattro stoppate contro i Bucks nella notte, cinque la sera precedente contro i Nuggets. Ma Draymond Green assicura che le statistiche "non dicono tutto" e che per capire veramente la grandezza di un difensore le partite bisogna guardarle, senza limitarsi a leggere solo le statistiche. "Voglio un altro premio di difensore dell'anno [già vinto nel 2017]: sembrava già di Wemby, ma ora la corsa è aperta"
Quattro stoppate (che hanno portato a tre palloni recuperati per i suoi Warriors) anche contro i Bucks, nell’ultima gara disputata. Ha respinto con perdite due volte Antetokounmpo, una Taurean Prince e una Kevin Porter Jr.: Draymond Green, quando c’è da difendere, rimane un incubo per qualsiasi attaccante NBA. “È il miglior difensore che io abbia mai visto”, afferma Steve Kerr, il suo allenatore. “La sua velocità e la sua capacità di recupero sono incredibili”. E nove stoppate nelle ultime due partite disputate (ce n’erano state anche 5 contro i Nuggets, con 10 punti, 6 rimbalzi e 5 assist) hanno contribuito a rimettere il nome di Green sotto i riflettori nella discussione per il premio di difensore dell’anno (peraltro già vinto dal giocatore degli Warriors nel 2017). “Ne voglio un altro”, ha detto lui. “Sembrava già destinato a Wemby [prima che la stella degli Spurs venisse fermato da un coagulo di sangue, impedendogli di raggiungere il minimo numero di gare necessarie a concorrere per i premi, ndr] ma ora con lui fuori dai giochi la corsa è di nuovo aperta. E io penso di avere le mie chance, ne sono certo non al 100% ma a un 1.000.000%. E farò di tutto per giocarmela fino alla fine. Se guardo in giro per la lega non vedo tanti giocatori capaci di cambiare una partita difensivamente come faccio io, non vedo tanti giocatori capaci di mandare completamente fuori partita non solo un avversario, ma un’intera squadra come invece faccio io”.
"Il premio? Guardano solo le statistiche, contano stoppate e recuperi"
Parole che non nascondono certo l’alta reputazione che Green ha di se stesso, ma l’ala di Golden State non si ferma qui. “Non voglio incensarmi troppo, ma penso di essere al livello di Tim Duncan e Kevin Garnett, quando si parla di difesa. Se non si guardano le partite ma solo le statistiche, il mio impatto può non apparire, ma le statistiche non dicono tutto. Non ci si può fermare a contare le stoppate e i recuperi. Bisogna guardare alla capacità di un giocatore di marcare qualsiasi avversario, aiutare su tutti. Chi vota per il premio guarda solo i numeri, ed è per questo che io e KG abbiamo vinto una volta solo [Duncan mai, ndr]”. Anche se Green non ha perso le speranze di mettere in bacheca anche un secondo titolo.
