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NBA, Morant fa ancora il "pistolero", stavolta arriva la multa: due pesi, due misure?

NBA
©Getty

Dopo un primo semplice "avviso" il comportamente recidivo della superstar dei Grizzlies (che anche nella gara contro Miami è tornato a fare il gesto che mima una sparatoria) ha portato la NBA a sanzionarlo con 75.000 dollari di multa. Una punizione esemplare per alcuni ma eccessiva per altri, pronti a mettere in evidenza comportamenti analoghi mai sanzionati in passato

Alla fine Ja Morant ce l’ha fatta, vien da dire. Dopo l’alterco con Buddy Hield nella gara tra Memphis e Golden State (con i due che si erano scambiati a distanza un gesto che li vedeva fingere di impugnare una pistola, ricevendo entrambi un fallo tecnico) la superstar dei Grizzlies era riuscito a evitare una punizione da parte della lega, che aveva ritenuto di non dover sanzionare il gesto, “ritenendo le celebrazioni inappropriate ma non violente nella loro natura”. Pericolo scampato? Sì e no. Perché nella gara successiva – dopo aver giocato a fare la vittima sui social, con un post in cui ha scritto “Ja fa questo… Ja fa quello…” seguito da una risata di scherno – Morant ci è ricascato. Nel corso della gara contro i Miami Heat, poi vinta proprio grazie a un suo canestro sulla sirena, ancora nel primo quarto il n°12 dei Grizzlies ha indirizzato il consueto gesto che mima una sparatoria alla propria panchina. E stavolta, a gara in archivio, la NBA ha deciso di intervenire, sanzionando con 75.000 dollari di multa il giocatore “per aver compiuto per due volte un gesto inappropriato in campo”.

Nel corso degli anni "l'esultanza" non è stata prerogativa solo di Ja Morant

Due pesi, due misure?

Se da un lato c'è chi ritiene sacrosanto il provvedimento adottato dalla NBA, 48 ore dopo un "avviso" puntualmente ignorato e anche alla luce del passato turbolento di Morant nel suo rapporto con le armi da fuoco (la squalifica di 25 gare per i video comparsi sui social ha compromesso fin dal via la scorsa stagione di Memphis), dall'altro si sono anche levati voci in difesa della superstar dei Grizzlies, o quanto meno impegnate a sottolineare come esultanze di questo tipo non siano certo una novità sui parquet della lega. Il classico movimento reso celebre da Joakim Noah ai Bulls di rimettere le pistole nella fondina dopo un gran canestro, gesti molto simili a quelli effettuati da Morant compiuti sia da Scottie Barnes a Toronto che da Tyrese Maxey a Philadelphia ma anche da Dyson Daniels agli Atlanta Hawks hanno portato a pensare che la lega stia dimostrando un particolare accanimento contro la star di Memphis (che però ha dalla sua un passato non certo irreprensibile, alla luce di quei video pubblicati sui social con una vera pistola in mano che hanno portato alla sua lunga sospensione). E a chiudere il cerchio sono arrivate proprio le parole di Morant sulla multa a lui comminata: "Ci sono abituato", ha commentato. "Negli ultimi due anni sono sempre stato dipinto come il cattivo, anche nelle piccole cose: se qualcuno può dire una cattiveria sul mio conto, la dice. Per cui basta: non me ne frega più di nulla". 

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