Se gli Houston Rockets sono riusciti a rimontare da 1-3 nella serie contro Golden State per forzare gara-7 è anche per merito di Steven Adams, tornato a essere un fattore dopo due anni difficili dal punto di vista fisico. Con lui in campo i Rockets stanno stravincendo la serie, a testimonianza di un impatto clamoroso nelle due metà campo. "Sembra un uomo delle caverne in questa era di small ball, abbiamo un immenso bisogno di lui" ha detto Fred VanVleet
Poco più di due anni fa, la carriera di Steven Adams sembrava essere finita. Nel gennaio del 2023 si è procurato infatti la lesione del legamento crociato posteriore del ginocchio destro e, pur avendo solo 29 anni, la sua carriera sembrava prossima alla conclusione, complice anche un fisico gigantesco da portare in giro. O almeno è quello che pensavano i Memphis Grizzlies, che nel febbraio del 2024 lo hanno scaricato a Houston in cambio del contratto di Victor Oladipo e una manciata di seconde scelte (una delle quali diventata Jaylen Wells) senza credere in un suo ritorno ad alti livelli. Cosa in cui invece evidentemente credevano a Houston, che lo hanno fatto recuperare con calma da un infortunio così grave e lo hanno poi centellinato nel corso della regular season. Adams infatti non ha mai disputato più di cinque partite in fila con più di 10 minuti a referto, un po’ perché nel suo ruolo gioca la stella della squadra Alperen Sengun, e un po’ per preservarlo in vista dei playoff. Una volta arrivati alla serie contro Golden State, però, il neozelandese si sta rivelando un fattore gigantesco: con lui in campo Houston ha un plus-minus di +53, di gran lunga il più alto della squadra, mentre quando è fuori perde la serie di 39 punti, un differenziale clamoroso per un giocatore che viaggia a 6 punti di media.
Adams decisivo in gara-6, VanVleet lo coccola
I punti sarebbero stati anche di meno se Adams non fosse esploso in gara-6. Il lungo di Houston ha chiuso infatti con 17 punti a referto, quasi più dei 20 accumulati nelle prime cinque partite della serie messe assieme, a cui ha aggiunto anche 5 rimbalzi e 3 stoppate. Soprattutto non si è fatto intimorire quando nel quarto periodo coach Steve Kerr ha iniziato a mandarlo volontariamente in lunetta, chiudendo alla fine con un rispettabile 9/16 a cronometro fermo, un 56% anche leggermente superiore alle sue medie in carriera (53.3%). È però a rimbalzo offensivo che Adams, forse il migliore in assoluto nella materia in NBA, sta facendo il vuoto: finora ne ha catturati 21 in sei partite, più di quelli che ha recuperato in difesa (18), aggiungendo anche 8 stoppate e una presenza fisica al centro dell’area che ha alterato innumerevoli tiri degli Warriors. La zona con lui e Alperen Sengun sta funzionando benissimo per coach Ime Udoka, e i suoi compagni di squadra (che lo adorano) stanno notando quanta differenza faccia averlo in campo: "È come un grosso cavernicolo in questa era di small ball" ha detto Fred VanVleet dopo il match. "Un lungo vecchio stile che rende la vita difficile a tutti quelli che lo incrociano. Il suo impatto sulla nostra squadra ha proporzioni storiche, stasera ha anche segnato i suoi liberi. Lo continueremo a cavalcare fino a quando non morirà là fuori: dobbiamo metterlo a riposo, farlo bere, dargli una bella bistecca e un bel po’ di sonno, perché in gara-7 dobbiamo farlo di nuovo".