Kenrich Williams è uno dei giocatori che da più tempo gioca per gli OKC Thunder, diventandone un leader nello spogliatoio prima ancora che in campo. Ai microfoni di Flavio Tranquillo in esclusiva per Sky Sport, il veterano di OKC ha raccontato cosa rende i Thunder ciò che sono, quanto il gioco sia diventato sempre più senza posizioni e come OKC non cercherà di rallentare il ritmo anche contro una squadra che vuole correre come gli Indiana Pacers. "Rimarremo fedeli a noi stessi: loro vogliono correre, noi lo stesso"
Una curiosità per cominciare: c’è qualche segno che questo sia diverso?
L'unica cosa diversa è quello che stiamo facendo ora, cioè il rapporto coi media. Questa è l'unica differenza, tutto il resto è lo stesso. Ciò che conta è giocare a pallacanestro.
Il tuo allenatore ha detto più o meno la stessa cosa, e ha detto che pur essendo alle Finals dovete continuare a essere quello che siete sempre stati. Puoi provare a spiegarci che squadra siete?
Il coach intende dire che dobbiamo continuare a fare le cose che abbiamo sempre fatto. Innanzitutto difendere: è ciò che ci ha fatto arrivare qui. E poi fidarsi del piano partita sia in attacco che in difesa, con un attenzione particolare ai piccoli dettagli che ci rendono ciò che siamo: fare taglia fuori, recuperare le palle vaganti.
Una delle storie di queste Finals è che si affrontano due mercati piccoli. Non so se sia importante, ma pensi che questo abbia un peso? Pensi che ci sia meno pressione a giocare in un mercato piccolo rispetto a uno grande?
Non saprei dire perché non ho mai giocato in un grande mercato. Sono nella lega da 7 anni e ho giocato in due mercati piccoli come New Orleans e OKC, quindi non posso rispondere a questa domanda. Ma so che essere in un piccolo mercato ti dà il vantaggio competitivo di poter ignorare il rumore là fuori e di non doverti preoccupare di tutte le cose extra che derivano dall'essere nel grande mercato. Quindi, ad esempio, giocando a New York c’è più rumore esterno con i media di quanto non sia giocando qui a Oklahoma City, dove vai là fuori solo per giocare a basket e non devi preoccuparti di quello che dice la gente, come i giornalisti o le persone che commentano il gioco.
Parlando di grande e piccolo, non credo che oggi come giocatore potresti essere etichettato come grande o come piccolo. Puoi essere un 4, un 3 come un 5. Il basket senza posizione è davvero senza posizione? È questa l'evoluzione del gioco?
Sì, penso che stia diventando sempre di più un basket senza posizione. Devi essere in grado di tirare, difendere e palleggiare. Quindi quelle tre cose sono un po' ciò che il gioco è diventato. Non vedi necessariamente i nostri centri andare in post basso come Shaq: il gioco non è più quello. In compenso vedi ragazzi come Chet, che è un lungo che può difendere, tirare e dribblare. Quindi il gioco sta cambiando, ma sta cambiando in meglio.
Saresti d'accordo che le spaziature sono una delle risorse più importanti, se non la più importante, che puoi avere in attacco? E come si costruisce più spazio?
Sì, creare spazio è molto importante. Una delle cose più importanti nel basket è essere in grado di segnare in maniera efficace: per riuscirci devi avere un buon allenatore, come lo abbiamo noi, che ha buoni schemi per aprire il campo il più possibile a giocatori come Shai o Jalen Williams per mettersi al lavoro. Dopodiché è tutta questione di farsi trovare pronti, di avere fiducia in se stessi e di fidarsi del piano partita del coaching staff.
Si dice che tu sia un po' un leader nello spogliatoio. Ti senti un leader? E come eserciti la leadership nella NBA di oggi?
Sì, mi sento un leader. Sono con questa squadra da cinque anni ormai, quindi sento di essere in grado di dare un po’ della mia saggezza ai ragazzi più giovani aiutandoli ad affrontare gli alti e bassi di ciò che il gioco porta. Sento che Dio mi ha messo in questa posizione per essere un leader e far sentire la mia voce. È divertente essere un leader di questa squadra: cerco solo di usare la mia voce per quando i ragazzi ne hanno bisogno.
Si parla molto del ritmo di questa serie,. Secondo te, parlando in maniera generale, se giochi contro una squadra che gioca velocemente, dovresti provare a giocare un po' più lentamente?
No, secondo me no. Penso che se sei una squadra lenta, allora giocherai lentamente. Noi però siamo una squadra che vuole giocare veloce, quindi giocheremo veloce. Non cercheremo di rallentare. Non è una cosa che giocherebbe a nostro favore. Anche guardando a cosa hanno fatto le squadre che i Pacers hanno battuto, ho visto le altre squadre cercare di rallentare il ritmo, ma non funziona. I Pacers gli sono comunque passati sopra. Quindi noi faremo il nostro gioco e rimarremo fedeli a chi siamo.
La difesa in transizione potrebbe essere una delle grandi chiavi di questa serie per entrambe le squadre.
Sarà sicuramente molto importante per noi, anzi, sarà la cosa più importante di tutte. Voglio dire, questo è il nostro piano partita: se vogliamo vincere la serie, dobbiamo tornare in difesa velocemente.
