
Draft NBA, dal tiro alla difesa fino al carattere: i migliori della classe 2025
A una settimana di distanza dal Draft 2025 si fanno sempre più frenetiche le ultime valutazioni da parte delle squadre che dovranno scegliere i talenti del domani. Il giornalista Jeremy Woo di ESPN ha scelto il migliore della classe del 2025 per ogni categoria specifica, dal tiro (sia piedi per terra che in movimento) alla difesa (sia sulla palla che da lontano) passando per l’atletismo, la visione di gioco e l’agonismo, o le cosiddette “Intangibles”. Ecco le sue scelte

IL MIGLIOR PALLEGGIATORE: JEREMIAH FEARS
- Non sarà il prospetto più rifinito dal punto di vista delle letture e dell’efficienza, ma nessuno come la guardia di Oklahoma riesce a piegare le difese con le sue capacità di palleggio, mettendo pressione costante alle difese coi suoi cambi di ritmo. Fears, a dispetto del nome, non ha nessuna paura con il pallone tra le mani e riesce a creare spazio a volontà, qualità rare per un 18enne

IL MIGLIOR CREATORE DI TIRI: DYLAN HARPER
- La sua combinazione di stazza, potenza, cambi di ritmo e visione su tutti e tre i livelli lo rende il migliore della classe a creare tiri per se stesso e per i compagni di squadra, rendendo sostenibili anche roster mal assemblati come quello di Rudgers in questa stagione. Che sia nel pick and roll o in isolamento, con la palla nelle sue mani è più che probabile che ne venga fuori un buon tiro, qualità che lo avvicina a Cade Cunningham

IL MIGLIOR PLAYMAKER NEL PICK AND ROLL: KASPARAS JAKUCIONIS
- La sua esplosività limitata rende necessario il blocco di un compagno per farlo rendere al meglio, ma una volta messo in situazioni di pick and roll l’ex guardia del Barcellona è al top di questa classe 2025. I suoi 501 pick and roll giocati (numero 1 in NCAA) hanno portato a un canestro in oltre il 40% delle occasioni, nonostante spaziature tutt’altro che eccelse attorno a lui. Ma la sua combinazione di aggressività, stazza e altruismo lo rendono un ottimo specialista della materia

IL MIGLIOR FINISHER NEL PICK AND ROLL: RYAN KALKBRENNER
- Nei suoi cinque anni al college il lungo di Creighton si è trasformato in un eccellente “finisher”, facendosi trovare sempre pronto dai compagni per chiudere le azioni al ferro, dove ha tirato con il 73%. Non è il più veloce in campo né il più potente, ma la sua capacità di muoversi negli spazi e le mani morbide dovrebbero permettergli di ritagliarsi un posto in NBA

IL MIGLIOR TIRATORE DAL PALLEGGIO: ACE BAILEY
- Anche il più grande critico di Bailey non può che riconoscergli un talento speciale nel fare canestro: gli basta veramente pochissimo spazio per alzarsi e tirare sopra qualsiasi difensore, qualità rare anche in una lega come la NBA — specie per un 18enne. Il suo 47% dal mid-range, di cui gran parte contestati, fa ben sperare per vederlo diventare un ottimo realizzatore anche al piano di sopra

IL MIGLIOR SALTATORE/SCHIACCIATORE: VJ EDGECOMBE
- Alla prossima gara delle schiacciate ci sono ottime probabilità di vedere il talento di Baylor, uno dei più elettrizzanti dell’intera classe. Le sue 33 schiacciate in stagione sono un numero alto considerando che parliamo di una guardia a malapena di 1.90, ma con mezzi atletici e verticalità davvero straordinarie

IL MIGLIOR CORPO: CARTER BRYANT
- Sarà per il numero 9 sulle spalle e per la fascietta tergisudore al braccio sinistro, ma guardando Bryant non si può fare a meno di non rivedere in lui una sorta di Vince Carter in maglia USA. Le dimensioni sono perfette per un esterno NBA (205 centimetri con un’apertura di braccia di 212), e con qualche chilo in più il suo corpo è già pronto per marcare almeno tre tipi diversi di esterni

IL MIGLIOR TIRATORE PIEDI PER TERRA: KON KNUEPPEL
- Se doveste fare una scommessa su questa classe, probabilmente è sul 40% da tre punti che terrà Knueppel nel corso della sua carriera in NBA. La sua stagione a Duke ha mostrato un tiratore eccezionale da ogni situazione, ma in particolare quando ha potuto tirare senza mettere palla per terra — concludendo con un eccellente 48.8%. Il suo lavoro di piedi e la sua precisione lo rendono già un giocatore dal ruolo ben definito in NBA, anche se nelle conclusioni dal palleggio c’è da lavorare (32.8%)

IL MIGLIOR TIRATORE IN MOVIMENTO: TRE JOHNSON
- Quando i giocatori a cui paragonano si chiamano Ray Allen e Michael Redd, significa che una cosa la sai fare particolarmente bene: tirare in movimento. Johnson nella sua stagione a Texas ha dimostrato di far canestro in tutte le maniere, ma in particolare in uscita dai blocchi dove segna col 52%, sia andando a destra che a sinistra. La sua meccanica di tiro lo rende particolarmente intrigante anche dalle parti della top-5

LA MIGLIOR VISIONE DI GIOCO: EGOR DEMIN
- Un playmaker sopra i due metri è affascinante per definizione, e alle sue qualità fisiche Demin aggiunge anche una strepitosa visione di gioco, vedendo sopra le difese per far felici tutti i suoi compagni con passaggi eccezionali per creatività e tempismo. Le difficoltà arrivano quando deve segnare in proprio e particolarmente quando deve tirare, dove i suoi limiti diventano più evidenti. Ma se si tratta di passare, pochi sono meglio del giocatore di BYU

IL MIGLIOR PROTETTORE DEL FERRO: JOAN BERINGER
- In grande ascesa nelle ultime settimane, il centro del Cedevita ha catturato le attenzioni degli scout per la sua capacità di stoppare gli avversari con istinti e tempismo. Nella lega adriatica ha chiuso con quasi 3 stoppate per 40 minuti, e con un corpo da 211 centimetri per un’apertura di braccia di 224 può coprire davvero tantissimo spazio, aggiungendo anche buoni piedi per la stazza

IL MIGLIOR DIFENSORE LONTANO DALLA PALLA: COLLIN MURRAY-BOYLES
- Forse la cosa più vicina a Draymond Green per capacità di leggere e anticipare il gioco nonostante sia sottodimensionato per il ruolo. Il lungo di South Carolina però è un professore in difesa grazie ad attenzione, tempismo e mani sempre attive, potendo cambiare anche su tutti i blocchi e arrivare in aiuto di qualsiasi compagno battuto

IL MIGLIOR DIFENSORE SULLA PALLA: DRAKE POWELL
- L’esterno di UNC ha visto le proprie quotazioni calare dopo un’annata da freshman non entusiasmante, ma la sua capacità di marcare più avversari sul perimetro resta merce pregiata — specialmente alla fine del primo giro dove dovrebbe assestarsi. I dubbi sono più che altro nella metà campo offensiva, ma già come difensore sul punto di attacco dovrebbe procurarsi una chance nella NBA

IL MIGLIOR PLAYMAKER DIFENSIVO: ADOU THIERO
- Quando è in salute, come non è capitato spesso quest’anno ad Arkansas, Thiero è il miglior atleta del Draft nonché una forza distruttiva in difesa, dove con la sua combinazione di velocità, forza fisica, lunghezza ed esplosività è in grado di creare recuperi e stoppate a volontà. Tende a prendersi molti rischi, ma è una macchina da giocare nella propria metà campo come ce ne sono poche in questa classe

IL MIGLIOR RIMBALZISTA OFFENSIVO: JOHNI BROOME
- Il centrone di Auburn è uno di quelli che diventa un fattore ogni volta che è in campo, recuperando 3.6 rimbalzi offensivi a partita e tirando quasi col 65% in quelle situazioni. Quando riesce a posizionare bene il suo corpaccione da 210 centimetri per 113 chili diventa impossibile spostarlo, rendendolo il migliore della sua classe

IL MIGLIOR AGONISTA: COOPER FLAGG
- Sarebbe potuto essere considerato il migliore anche in altre categorie, visto che stiamo parlando di gran lunga del miglior prospetto di questo Draft, ma se c’è un aspetto in cui il prodotto di Duke davvero eccelle è la mentalità. In campo non si risparmia mai e anche in allenamento è uno di quelli che vuole sempre alzare il livello di intensità, cambiando istantaneamente la cultura di una squadra — una leadership rara per un 18enne

IL MIGLIOR GIOCATORE CLUTCH: WALTER CLAYTON JR
- Il titolo NCAA vinto da Florida è in larga parte dovuta alle sue giocate nei finali di partita, trasformandosi nell’eroe di marzo per i Gators campioni nazionali. La sua capacità di creare separazione e crearsi un tiro lo rendono comunque appetibile alla fine del primo giro, al netto degli alti e bassi che tende ad avere nel corso delle partite prima dei gran finali

IL MIGLIOR MOTORE: HUGO GONZALEZ
- Giocare a 18 anni nel Real Madrid implica inevitabilmente vedere il proprio ruolo variare di partita in partita, ma non c’è dubbio che lo spagnolo giochi duro ogni singolo minuto in cui è in campo. In difesa non ha paura di sporcarsi le mani, in transizione è una furia ed è sempre disposto a sacrificarsi per la squadra. Con uno così l’impegno non è mai da mettere in discussione

LA MIGLIOR STORIA: MAXIME RAYNAUD
- Non ha iniziato a giocare a basket fino all’ultimo anno del liceo, perché prima era troppo impegnato col nuoto e gli scacchi — passione che condivide col suo amico ed ex compagno di squadra Victor Wembanyama a Nanterre. A Stanford ci è finito però per studiare astrofisica, entrando in squadra come walk-on e finendo per diventarne il centro titolare. La sua personalità affabile e il potenziale ancora inesplorato ora che il basket è in cima ai suoi pensieri fanno immaginare che possa migliorare ancora

LE MIGLIORI "INTANGIBILES": KHAMAN MALUACH
- Il prodotto del Sud Sudan dovrebbe essere il primo centro chiamato al Draft, e con la sua storia personale è inevitabile che diventi un beniamino del pubblico. I suoi compagni di squadra lo adorano, si impegna tantissimo, parla molto in campo e lavora fuori dal parquet, tratti distintivi di un ragazzo d’oro che in pochissimo tempo è riuscito a ritagliarsi una chance al più alto livello