"La vita ha valore nella misura in cui riesci ad avere impatto sulle altre persone". Sono le parole di Dikembe Mutombo che forse meglio di tutto riescono a riassumere un personaggio che è stato molto più importante lontano dal campo che sui parquet NBA, dove comunque per ben 4 volte è stato votato miglior difensore NBA. E ora un documentario omaggia il campione scomparso lo scorso settembre
La lista di chi sfila davanti alle telecamere nel documentario “Mount Mutombo" che omaggia la vita, in campo e fuori, di Dikembe Mutombo, rende già l’idea della grandezza del personaggio. Ci sono Alonzo Mourning e Patrick Ewing, due centri come lui passati da Georgetown University, ma anche un altro centro che dall’Africa è arrivato a dominare le aree NBA, come Hakeem Olajuwon. E poi ancora Tracy McGrady e Allen Iverson (suo compagno di squadra alle Finals del 2001, con i Sixers), ma anche il commissioner NBA Adam Silver e tanti altri, da Larry Brown a Masai Ujiri. Con la morte di Dikembe Mutombo, avvenuta quasi un anno fa, il 30 settembre 2024, la NBA ha perso uno dei suoi ambasciatori più conosciuti e riconosciuti, e l’omaggio firmato da Dina Khreino (presentato in anteprima al BrozenLens Film Festival di Atlanta, dove ha vinto il premio come miglior documentario) racconta l’intero arco della vita del campione africano, dai suoi umili inizi in Congo fino al suo impatto, in campo e fuori, negli Stati Uniti e nel mondo intero.
I suoi sforzi umanitari (dalla costruzione di un ospedale all’incessante ruolo di ambasciatore NBA in tutto il mondo) continuano a fare di Mutombo un simbolo di speranza e di cambiamento, testimone com’è stato della capacità di fare la differenza anche lasciati i parquet, dove in 18 anni di carriera è stato capace di vincere per ben 4 volte (record solo pareggiato, ancora mai superato) il premio di miglior difensore NBA. Ma il suo vero lascito è quello che il documentario "Mount Mutombo" affida alle sue stesse parole: "La vita ha valore solo per il numero di persone su cui riesci ad avere un impatto".