A una settimana dal via alla regular season, ma Jason Kidd sembra essere ancora in vena di esperimenti. Nella notte, nell’amichevole poi vinta 114-101 sul campo dei non irresistibili Jazz, il coach dei Mavs ha schierato Cooper Flagg nel ruolo, per lui inedito, di playmaker. Il risultato? Qualche passaggio a vuoto di troppo e diversi lampi di classe che fanno ben sperare Dallas, confortata anche dalla condizione fisica di Anthony Davis, apparsa eccellente
Per Jason Kidd, a dire il vero, quello andato in scena nella notte al Delta di Salt Lake City potrebbe non sembrare affatto un esperimento. Già, perché la mossa di affidare a Cooper Flagg, primissima scelta all’ultimo Draft che fin qui nella sua carriera aveva sempre ricoperto il ruolo di ala, le chiavi della squadra non è affatto nuova per l’ex giocatore di Suns e Nets. Già a metà degli anni Dieci, infatti, Kidd, allora alle prime esperienze in panchina, aveva fatto lo stesso con un giovanissimo Giannis Antetokounmpo, concedendo al greco, per sua stessa ammissione, la possibilità di evolversi e migliorare rapidamente. Il piano, quindi, dieci anni dopo sembrerebbe poter essere lo stesso, anche se la prima parte dell’esperimento che coinvolge l’ex Duke è andata così così.
Palla in mano a Flagg
Contro i Jazz, nella penultima amichevole della loro fase di preparazione alla nuova stagione, i Mavs sono scesi in campo con un quintetto fin qui inedito. Senza D’Angelo Russell, fin qui considerato titolare nel ruolo di playmaker, Dallas si è presentata con uno starting five formato da Anthony Davis e Dereck Lively II nel pitturato, Klay Thompson e P.J. Washington nel ruolo di esterni e proprio Flagg ad agire da playmaker, in una sorta di replica del quintetto tutto atletismo e statura utilizzato da Kidd durante la sua avventura alla guida di Milwaukee accennata qui sopra. Il risultato? Poco più che sufficiente, almeno per ora. Flagg, infatti, ha faticato parecchio al tiro (3/13) e, comprensibilmente, ha avuto alcuni passaggi a vuoto nel corso della partita comunque vinta contro la non irresistibile Utah. Nei 20 minuti giocati, però, Flagg non ha mandato a referto nemmeno una palla persa. Un dato che potrebbe incoraggiare Kidd a proseguire nell’esperimento, anche perché il miglioramento del rookie rimane la prima priorità nella stagione di Dallas. E considerando il precedente di Antetokounmpo, in casa Mavs possono coltivare un legittimo ottimismo.