V. J. Edgecombe è il 'generatore' che sta elettrizzando Philadelphia

Alle nostre latitudini, ma sarebbe meglio dire in tutta Europa, non abbiamo una grande familiarità con i soprannomi degli sportivi. Pensando alla nostra Serie A, alcuni dei più noti, come ‘El Toro’ o ‘La Joya’, sono frutto di un retaggio culturale che arriva direttamente dal Sudamerica, dove il calcio, così come ogni altro sport, è una questione di passione, storie e romanticismo. Discorso molto diverso dall’altra parte dell’Oceano, soprattutto negli Stati Uniti, dove quei maestri della comunicazione degli americani, tra Nba, Nfl, Nhl, Mlb e affini, credono fortemente nel potere di un soprannome come mezzo per amplificare la narrative legata a un’atleta, specie di uno di alto profilo, che così diventa più ‘vendibile’ agli occhi dei tifosi o della stampa. Vale anche per i rookies, gli esordienti, in casi specifici, quando hanno alle spalle una storia di grande impatto emotivo: è il caso di V.J.Edgecombe, guardia dei Philadelphia 76ers, soprannominato ‘The Generator’. Scelto con la terza chiamata assoluta all’ultimo draft Nba, il giovane Valdez Drexel Junior nasce il 30 luglio 2005 a Bimini, un piccolissimo arcipelago a nord delle Bahamas, nel punto del Paese in linea d’aria più vicino alle coste della Florida, distanti solo un’ottantina di chilometri. Cresce in un contesto familiare molto umile, insieme a un fratello e a due sorelle, a Abaco Islands, un’isola più grande delle Bahamas, dove le prospettive sono leggermente migliori rispetto a quelle che i 3mila abitanti scarsi di Bimini possono consentire. È qui che inizia a giocare a pallacanestro, approfittando delle scuole basket finanziate da Buddy Hield, specialista del tiro da 3 punti con una carriera quasi decennale in Nba che oggi lo vede agli Warriors, nato e cresciuto a Freeman, una città poco distante da dove il piccolo V.J muove i primi passi con la palla a spicchi. Un incontro che ne cambia la carriera, come ha sempre ricordato Edgecombe, che ha in Hield il suo mentore soprattutto fuori dal campo. È in questo periodo che nasce il suo soprannome: ‘The Generator’, il generatore, per il dinamismo e l’elettricità che porta sempre in campo, tra giocate spettacolari e un atletismo fuori dalla norma anche per gli standard della Nba. Un nickname che prende ispirazione anche dal suo passato, come ha raccontato commosso durante la notte del draft, subito dopo la chiamata dei 76ers: “Alle Bahamas non avevamo elettricità nella nostra casa, abbiamo dovuto vivere per sette anni con un generatore”, con tanto di dedica a sua madre per tutti gli sforzi e i sacrifici che ha dovuto fare per crescere V.J e i suoi fratelli. Nel 2020 infatti la famiglia Edgecombe decide di tentare fortuna negli Stati Uniti, trasferendosi a Palm Beach, in Florida, dove V.J frequenta per due anni il Victory International Institute, prima di trasferirsi alla Long Island Lutheran High School di Brookville, nello stato di New York, per completare gli studi superiori grazie a una borsa di studio ottenuta per meriti sportivi. Nel suo anno da junior mette a referto 15 punti, 5 rimbalzi, 2 assist e 2 recuperi, dando un contributo fondamentale nella vittoria del titolo statale e vincendo anche il premio come New York Player of the Year, istituito dal brand di bevande energetiche Gatorade. Cifre che addirittura si alzano nel suo anno da senior, dove di media fa registrare 17 punti, 6 rimbalzi, 4 assist e le consuete 2 palle rubate, numeri che non bastano per la riconferma del campionato ma che gli fanno guadagnare una convocazione per il McDonald’s All American del 2024, il meeting dove si sfidano i migliori liceali di tutti gli Stati Uniti. Con prestazioni del genere, diventa presto un prospetto ‘a cinque stelle’ secondo tutti i portali di riferimento: il 14 gennaio 2024 accetta l’offerta di Baylor University, un college meno prestigioso rispetto a Duke o Kentucky, che lo avevano cercato, ma in grande crescita sotto il profilo cestistico negli ultimi anni e vincitore del titolo NCAA nel 2021. Con la canotta dei Bears gioca 33 partite, con 15 punti, 5 rimbalzi, 3 assist e 2 rubate di media, portando Baylor al tabellone principale del torneo NCAA, dove viene eliminato al secondo turno dai Duke Blue Devils, lo squadrone di Kon Knueppel, Khaman Maluach e, soprattutto, Cooper Flagg, tutti finiti nelle prime chiamate del draft 2025. Nell’unico anno di college, Edgecombe conferma il suo status di giocatore pronto per la NBA: una guardia che unisce fisico, atletismo, velocità e una difesa sul perimetro di livello altissimo. Per alcuni scout il paragone di riferimento è addirittura quello con Dwyane Wade, ex superstar dei Miami Heat e vincitore di tre titoli a South Beach. Il 25 giugno 2025 i Philadelphia 76ers, con un colpo di fortuna che li ha fatti salire di una decina di posizioni, lo selezionano con la terza chiamata assoluta, subito dietro a Dylan Harper e Cooper Flagg, i due giocatori all’unanimità riconosciuti come i prospetti più forti di questa classe. E arriviamo a oggi. L’infortunio di Paul George e la forma fisica carente di Joel Embiid gli aprono le porte del quintetto di coach Nick Nurse: all’esordio contro i Celtics, Edgecombe domina, segnando 34 punti, che è anche record di franchigia e diventando la matricola più prolifica al debutto da 66 anni a questa parte, quando Wilt Chamberlain ne mise 43 alla sua prima in Nba. La coppia con Tyrese Maxey funziona alla perfezione, per tanti sono le due guardie più divertenti di tutta la lega e Philadelphia, che a inizio stagione era data come squadra da play-in, occupa oggi il secondo posto della Eastern Conference con un record di 5-2, subito dietro ai sorprendenti Chicago Bulls. Edgecombe sta viaggiando a 19 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, mentre coach Nurse lo adora per il lavoro che fa su entrambi i lati del campo: per il momento il rookie dell’anno è lui. La stagione Nba è iniziata solo da poche settimane, di certo è ancora prestissimo per lanciarsi in previsioni, pronostici o consacrazioni. Quello che è sicuro è che V.J.Edgecombe sta facendo innamorare i tifosi di Philadelphia, che cominciano a vedere un futuro molto più roseo di quanto la scorsa stagione avesse lasciato intendere. Sorride anche la lega, che vede in lui uno dei potenziali volti della nuova generazione di fenomeni, uno di quei campioni in fasce spendibili anche per la sua storia, non solo per le sue prestazioni, come ha raccontato lo stesso V.J su The Player's Tribune prime di esordire in Nba. Perché sì, è il campo a farla da padrone, ma negli States anche la narrative ha un suo peso, e in questo senso 'The Generator' ha iniziato con il piede giusto.

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V. J. Edgecombe è il 'generatore' che sta elettrizzando Philadelphia

Simone Dagani