Archiviata la leggendaria doppietta, il giamaicano ha nel mirino i 400 metri. Il connazionale Cameron non ha dubbi: "Abbasserà l'attuale record del mondo, anche se è una specialità che, per il momento, non gli piace"
Il record dei 100 metri, quello dei 200 e tra qualche anno quello dei 400. Usain Bolt non ha mai nascosto la sua avversione per il giro di pista, ma il giamaicano Bert Cameron, oro nella specialità ai Mondiali di Helsinki 1983, è certo riguardo il futuro del fenomenale connazionale: "Me lo ha promesso: gareggerà nei 400 e nel giro di sei anni porterà il primato mondiale a 42"5. Ne sono certo".
Bolt possiede un fisico che sembra tagliato su misura per il "giro della morte", ma sa che per primeggiare su quella distanza dovrebbe aumentare i carichi di lavoro: lì solo il talento non sarebbe sufficiente. "Non ho intenzione di passare ai 400 prossimamente - le parole del bicampione olimpico - non voglio sentirne parlare troppo, perché il mio coach potrebbe sentire certi discorsi e convincersi che la mia strada debba essere subito quella. In ogni caso, non escludo che fra qualche anno io possa allungare la distanza in cui corro".
Insomma, Bolt nicchia, mentre l'amico Cameron rilancia: "A 15 anni già faceva i 400 in 45"35. So che non gli piace correre il giro di pista, ma a un certo punto si stancherà di fare i 200 e quindi cambierà obiettivo. Al momento vuole ancora trovare i suoi limiti nello sprint, ma in futuro i 400 li farà sicuramente. E' anche una questione di orgoglio nazionale: non ci sono grandi quattrocentisti in Giamaica e lui potrebbe riportarci sulla mappa dell'atletica internazionale anche su questa distanza. E poi a Usain piacciono le sfide.
Anzi, voglio avvisare tutti: non ditegli che non è in grado di fare qualcosa, perché lui vi dimostrerà che avete torto". Intanto Bolt si gode la sua leggendaria doppietta di Pechino e il record dei 200 strappato a Michael Johnson: "Questo primato significa tanto per me perché lo sognavo da quando ero bambino. E poi il mezzo giro di pista è sempre stata la mia specialità preferita. Certo, non pensavo di poter andare così forte dopo avere disputato sette turni". Con un presente del genere è davvero difficile lanciarsi in ipotesi su cosa potrà fare Bolt nel prossimo futuro. Se davvero decidesse di passare ai 400 anche la barriera dei 43" si troverebbe in pericolo. Un'altra pagina di storia dello sport potrebbe essere firmata dal fenomeno giamaicano.
Bolt possiede un fisico che sembra tagliato su misura per il "giro della morte", ma sa che per primeggiare su quella distanza dovrebbe aumentare i carichi di lavoro: lì solo il talento non sarebbe sufficiente. "Non ho intenzione di passare ai 400 prossimamente - le parole del bicampione olimpico - non voglio sentirne parlare troppo, perché il mio coach potrebbe sentire certi discorsi e convincersi che la mia strada debba essere subito quella. In ogni caso, non escludo che fra qualche anno io possa allungare la distanza in cui corro".
Insomma, Bolt nicchia, mentre l'amico Cameron rilancia: "A 15 anni già faceva i 400 in 45"35. So che non gli piace correre il giro di pista, ma a un certo punto si stancherà di fare i 200 e quindi cambierà obiettivo. Al momento vuole ancora trovare i suoi limiti nello sprint, ma in futuro i 400 li farà sicuramente. E' anche una questione di orgoglio nazionale: non ci sono grandi quattrocentisti in Giamaica e lui potrebbe riportarci sulla mappa dell'atletica internazionale anche su questa distanza. E poi a Usain piacciono le sfide.
Anzi, voglio avvisare tutti: non ditegli che non è in grado di fare qualcosa, perché lui vi dimostrerà che avete torto". Intanto Bolt si gode la sua leggendaria doppietta di Pechino e il record dei 200 strappato a Michael Johnson: "Questo primato significa tanto per me perché lo sognavo da quando ero bambino. E poi il mezzo giro di pista è sempre stata la mia specialità preferita. Certo, non pensavo di poter andare così forte dopo avere disputato sette turni". Con un presente del genere è davvero difficile lanciarsi in ipotesi su cosa potrà fare Bolt nel prossimo futuro. Se davvero decidesse di passare ai 400 anche la barriera dei 43" si troverebbe in pericolo. Un'altra pagina di storia dello sport potrebbe essere firmata dal fenomeno giamaicano.