Olimpiadi 2016, Michelle Obama è la Signora degli Anelli

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Michelle Obama, la First Lady americana scende in campo "a pugni nudi" per Chicago 2016
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A Copenaghen il 2 ottobre si sceglie la sede dei Giochi e la First Lady Usa è pronta ad una sfida "a pugni nudi" in favore di Chicago. La Spagna risponde agguerrita: in Danimarca il Re, la Regina e il premier Zapatero. LO SPECIALE OLIMPIADI

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L'APPELLO DI OBAMA AL CIO PER CHICAGO 2016

A Copenaghen come un ring di  box, "a pugni nudi", senza guantoni, dove vincerà chi picchia più forte. Con questo spirito, combattivo più che mai, Michelle Obama parte stasera per la Danimarca dove cercherà di convincere il mondo che la sua Chicago è la città ideale per ospitare i Giochi olimpici del 2016.

Il sito della Cnn racconta come durante il G20, Michelle 'la dura', sia già entrata nel clima della sfida, scambiando alcune battute con la moglie el presidente brasiliano Lula da Silva, in prima linea per sostenere la candidatura di Rio. Alla cena ufficiale del summit, la First Lady era seduta proprio a fianco della signora Lula. "Adoro quella donna - racconta Michelle - ma quella sera le dissi: 'Oggi ti abbraccio, ma a Copenaghen ti darò la caccia...'. Lei s'è messa a ridere e mi ha risposto scherzosamente: 'anche tu stai attenta'. Insomma - conclude  Michelle - 'So gloves are off', l'espressione americana per dire che ora la lotta si fa dura, senza guantoni, a pugni nudi, quelli che fanno più male.

La sfida di Barack - Ma a rischiare veramente la faccia, di farsi male politicamente sul serio, non è Michelle 'la tosta', quanto suo marito. Decidendo, all'ultimo momento, di voler essere anche lui a Copenaghen, Barack Obama ha spiazzato un po' tutti. Molta  tampa parla esplicitamente di un grande "azzardo politico". Una decisione che lascia stupiti chi poche settimane prima lo lodò per aver anteposto la politica interna ai "signori degli anelli", come qui chiamano i 106 membri del Cio che decideranno la sede dei Giochi. Ma lui la sfida se la vuole giocare sino in fondo, accettando anche i rischi altissimi connessi ad un'eventuale sconfitta. "Così dimosterà con i fatti come questa amministrazione sia impegnata in modo assoluto alla sfida per ottenere le Olimpiadi a Chicago", ripetono i portavoce della Casa Bianca. "Se va - spiega Michelle - è attaccato, se non va è attaccato lo stesso. Una conversazione, un contatto potrebbe  fare la differenza e non vogliamo lasciare nulla d'intentato".

Le pressioni sugli africani - Così in un momento per lui tanto delicato, Obama implicitamente assegna alla riunione di Copenaghen un grande valore politico. Accetta la scommessa di sfruttare l'eventuale conquista dei Giochi per rilanciare la sua presidenza. Ma se Obama dovesse tornare a mani vuote, tutto gli si rivolterà contro. Sarà dura spiegare agli americani, senza mostrare imbarazzo, come mai il leader del "mondo libero", l'uomo più potente della Terra, è stato sconfitto dal Brasile, dal Giappone, o dal re Juan Carlos. Nel frattempo, Obama s'è messo al lavoro: il Wall Street Journal racconta che a margine dell'assemblea dell'Onu,  del G20 e in un ricevimento al Capitol Hill, alcuni dirigenti della Casa Bianca abbiano già contattato i diplomatici dei Paesi africani per consegnare loro il video con cui il presidente illustra la candidatura di Chicago.

La risposta della Spagna: c'è il Re - Madrid ha risposto oggi alla discesa in campo dei coniugi Obama annunciando l'arrivo domani a Copenghen, per le ultime trattative fra i delegati olimpici, di re Juan Carlos di Borbone accompagnato dalla regina Sofia e dal premier socialista José Luis Zapatero. All'artiglieria pesante americana ha subito risposto, dunque, la controffensiva  spagnola. Con Chicago e Madrid sono in corsa, come isa, Tokyo e Rio de Janeiro. Secondo la radiopubblica spagnola Rne i bookies inglesi danno la città americana favorita. "La guerra è dichiarata" ha detto sorridendo Michelle Obama. E il sindaco di Madrid, Alberto Gallardon, oggi ha ostentato sicurezza davanti alla discesa in campo della coppia presidenziale Usa. "Con Obama ci sarà più emozione. Ma ricordo - ha sottolineato - che il solo capo di stato che possa chiamare colleghi gli altri membri del Cio è il re di Spagna, perché ha partecipato ai Giochi olimpici". Quando era ancora principe, Juan Carlos infatti ha fatto parte della squadra olimpica spagnola di vela.