Quella rockstar chiamata torcia olimpica
OlimpiadiIl viaggio della fiaccola (45.000 km) somiglia un po' alla tournée di un divo del rock: mesi di programmazione, orari, divieti, guardie del corpo, la devozione mistica della folla. Ecco quel che bisogna sapere. LO SPECIALE OLIMPIADI
di Luca Di Garbo
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Il viaggio della torcia olimpica è un po' come il tour di una rock star. Una logistica che richiede mesi di programmazione, un itinerario denso di luoghi e date. Orari precisi. Divieti. L'immancabile entourage di portavoce e guardie del corpo. La magia dell'evento e la devozione quasi mistica della folla. Quindi la fuga: via di corsa verso la prossima tappa.
Le similitudini si fermano qui. Una rock star non si spingerebbe mai in luoghi remoti e solitari come la tundra, il polo, le foreste boreali. La fiaccola olimpica di Vancouver 2010 sì. È un destino affascinante e girovago quello della torcia accesa ad Olimpia in Grecia, giunta in Canada lo scorso venerdì e da lì schizzata via in un viaggio lungo 45.000 chilometri (GUARDA LA MAPPA INTERATTIVA).
I canadesi hanno pensato allo storico tragitto come a una sorta di corsa di proporzioni epiche. Non solo via terra, mare e aria ma anche in snowboard, tavola da surf, sci, motoslitta, slitta trainata da cani, canoa e chi più ne ha più ne metta, in tutto circa 100 forme di trasporto diverse. La fiaccola andrà di mano in mano, in tutto il nord del Canada e lungo il 49° parallelo, 12.000 tedofori in tutto, scelti attraverso una lotteria o per mezzo di selezioni on-line.
I volti della fiamma saranno atleti, uomini d'affari, giovani e anziani, nativi e immigrati, ex olimpionici, sponsor. Nel corso dei suoi 106 giorni di viaggio, finirà per trovarsi a circa un’ora d'auto dal 90 per cento della popolazione del Canada, d'altronde l’accessibilità alla gente normale è una componente fondamentale del suo status di celebrità. Dopo aver illuminato piccole e grandi città, il prossimo 12 febbraio la rock star del momento sarà finalmente pronta per sfoderare l'assolo più bello. Solo quando accenderà il braciere olimpico al BC Place stadium di Vancouver, il vero concerto potrà avere inizio. E sarà standing ovation.
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Il viaggio della torcia olimpica è un po' come il tour di una rock star. Una logistica che richiede mesi di programmazione, un itinerario denso di luoghi e date. Orari precisi. Divieti. L'immancabile entourage di portavoce e guardie del corpo. La magia dell'evento e la devozione quasi mistica della folla. Quindi la fuga: via di corsa verso la prossima tappa.
Le similitudini si fermano qui. Una rock star non si spingerebbe mai in luoghi remoti e solitari come la tundra, il polo, le foreste boreali. La fiaccola olimpica di Vancouver 2010 sì. È un destino affascinante e girovago quello della torcia accesa ad Olimpia in Grecia, giunta in Canada lo scorso venerdì e da lì schizzata via in un viaggio lungo 45.000 chilometri (GUARDA LA MAPPA INTERATTIVA).
I canadesi hanno pensato allo storico tragitto come a una sorta di corsa di proporzioni epiche. Non solo via terra, mare e aria ma anche in snowboard, tavola da surf, sci, motoslitta, slitta trainata da cani, canoa e chi più ne ha più ne metta, in tutto circa 100 forme di trasporto diverse. La fiaccola andrà di mano in mano, in tutto il nord del Canada e lungo il 49° parallelo, 12.000 tedofori in tutto, scelti attraverso una lotteria o per mezzo di selezioni on-line.
I volti della fiamma saranno atleti, uomini d'affari, giovani e anziani, nativi e immigrati, ex olimpionici, sponsor. Nel corso dei suoi 106 giorni di viaggio, finirà per trovarsi a circa un’ora d'auto dal 90 per cento della popolazione del Canada, d'altronde l’accessibilità alla gente normale è una componente fondamentale del suo status di celebrità. Dopo aver illuminato piccole e grandi città, il prossimo 12 febbraio la rock star del momento sarà finalmente pronta per sfoderare l'assolo più bello. Solo quando accenderà il braciere olimpico al BC Place stadium di Vancouver, il vero concerto potrà avere inizio. E sarà standing ovation.