Piller Cottrer: "Più invecchio e più divento buono"

Olimpiadi
Come un vino rosso. Pietro Piller Cottrer, argento nella 15 km, è buono come un Amarone (foto ap)
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L'azzurro argento nella 15km di fondo a tecnica libera non sta nella pelle: "Sì, sono come un vino rosso, diciamo un Amarone. E' stata una giornata fantastica sin dai primi metri". Delusa la Follis: fin dalla prima salita mi sentivo impallata. LO SPECIALE

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Gioia al maschile -
E' d'argento la giornata olimpica di Piller Cottrer, 35enne fondista nato a Sappada che "come il buon vino, più invecchia e più è buono". "Dedico questa vittoria a tutti i miei tifosi, che è una lista lunghissima - dice l'azzurro dopo il secondo posto olimpico nella 15 chilometri a tecnica libera - a mia moglie Francesca, ai miei figli Fabio e Marta". Quanto alle sensazioni della vigilia, Piller Cottrer confessa di esser sempre stato molto sicuro: "Sì, me lo aspettavo. E' stata una giornata fantastica sin dai primi metri, qui lo stile di sciata ha fatto la differenza. Sono anni che ci lavoro. Essere battuto da uno come Cologna non è una sconfitta - la conclusione - Sì, sono come un vino rosso, più invecchio e più divento buono. Diciamo un Amarone...".

Amarezza al femminile -
Non è buona la prima. La donne del fondo italiano hanno deluso nel loro debutto alle Olimpiadi di Vancouver, senza riuscire a piazzare una sola atleta tra le prime dieci. Nella 10 km di fondo a tecnica libera la migliore delle azzurre, Arianna Follis, si è piazzata solo 11/a. Peggio ancora sono andate le altre: quattordicesima Silvia Rubil, 17/ma Sabina Valbusa, 18/ma Marianna Longa. Se non proprio una debacle, certamente una delusione cocente se si pensa che alla vigilia c'era addirittura la speranza di una medaglia.

Arianna Follis ce l'ha messa tutta, "ma fin dalla prima salita mi sentivo impallata, come se non riuscissi a prendere il ritmo". L'azzurra fin dalle prime battute ha capito che le avversarie erano più forti. Troppo più forti. "Quelle andavano come treni", ha candidamente ammesso Marianna Longa. Troppo sostenuto il ritmo imposto alla gara dalla Kalla. "Ho dato tutto, ma oggi non riuscivo ad andare più di così, non ho mai preso il mio ritmo vero. Speriamo nelle prossime gare. Certamente possiamo fare meglio, si tratta solo di rompere il ghiaccio". Ma dal suo atteggiamento era evidente non solo la delusione ma anche la preoccupazione. Una preoccupazione confermata da Sabina Valbusa, che pure di esperienza olimpica ne ha da vendere. Lei che a 38 anni è alla sua sesta Olimpiade, a Whistler ha detto di essersi "emozionata" quando è scesa in pista.