Facile prevedere il flop: il mondo è cambiato, l'Italia no

Olimpiadi
Lo svizzero Carlo Janka ha vinto l'oro davanti alla coppia norvegese
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MARIO COTELLI, l'ex leggendario ct della Valanga Azzurra anni '70 ora opinionista di SKY Sport, ragiona sull'ennesimo fiasco azzurro nel gigante maschile. Un problema che riguarda anche le donne: incapaci di velocità. Lo slalom di sabato? Razzoli. LE FOTO

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di MARIO COTELLI


Adesso è facile ricordare: l'avevo detto. Svindal e Janka sul podio nel gigante maschile. Eppure è andata proprio così. Aggiungo però un'attenuante: calma, non è mica colpa dei ragazzi, non dategli addosso. E' colpa, piuttosto, di una cultura italica: il mondo è cambiato negli ultimi vent'anni e qua invece non ce ne siamo accorti! I giganti sono veloci, noi viaggiamo ancora con i vecchi schemi. Gli altri, la concorrenza, fanno velocità, sono preparati. I nostri no. Quando le porte ti vengono addosso a 80 all'ora, bisogna essere capaci di starci dentro.

Siamo alle previsioni sul gigante donne. Premesso che vale anche per le ragazze quanto sostengo (da tempo) a proposito dei maschietti, dico che l'unica con la testa giusta per provare a stare davanti è la ragazzina, la Brignone. Per la Denise Karbon mi sembra un tracciato troppo veloce. Poi starei attento anche a Julia Mancuso, che si è già tolta la fame di medaglie e la vedo molto bene in questo genere di gara.

Lo speciale di sabato, la gara conclusiva? Guardate: è uno slalom facile facile. Per questo il nostro "Razzo" Razzoli potrà dire la sua. Noto, purtroppo, che Moelgg è "impallato" come mai, tecnicamente. Razzoli invece è uno che molla i freni sempre, su una pista facile è possibile prevedere che scateni la sua potenza. Tenendo ovviamente conto di chi ha di fronte: gli austriaci, Raich e Pranger su tutti, sono avversari temibili assai. Poi anche il solito Ted Ligety e il francese Lizeroux sono in grado di regalare qualche spiacevole sorpresa da podio.

Vi confesso: io, comunque, non sono affatto sorpreso dal flop, dal fallimento italiano nello sci.  O si cambia filosofia nella pianificazione, nella programmazione delle stagioni agonistiche, o ciccia. Continueremo a non toccare palla fuori dalla Coppa del Mondo. Dopo la discesa avevo detto che i nostri non sanno fare le curve. Che non sanno gestire il "misto" le gare a tutta birra che "girano" tra i pali. Non è stata quindi una sorpresa, per il sottoscritto, la conferma di questo teorema. Avrei una proposta. E se eliminassimo definitivamente dai calendari luoghi come Val Badia o Adelboden, i tracciati classici? Credetemi: sarebbe un bene per tutti noi. Alla prossima, ciao.

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