Roma, 50 anni tondi dall'Olimpiade che cambiò il mondo

Olimpiadi
Nino Benvenuti, leggendario campione istriano
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Dal 25 agosto all'11 settembre 1960, era mezzo secolo fa: nell'anno del miracolo economico italiano, la Città Eterna si presentava orgogliosa all'appuntamento con la Modernità. Fra 10 anni la Storia si ripeterà uguale? GUARDA TUTTI I VIDEO

Un giornale costava 30 lire, un caffè 50 e il biglietto del tram 35. Il 2 gennaio moriva a Tortona Fausto Coppi, dopo una febbre malarica non riconosciuta, mentre a maggio Federico Fellini vinceva al Festival di Cannes la Palma d'Oro con la Dolce vita. Era il 1960, l'anno del "miracolo economico" con un prodotto interno lordo pari alla cifra record di +8,3%, il più alto nella storia d'Italia. Ben 17 Paesi Africani divennero indipendenti, tanto che il 1960 fu ricordato come "l'anno dell'Africa". John F. Kennedy fu eletto Presidente degli Stati Uniti, era il primo cattolico che entrava alla Casa Bianca, e Roma ospitava le Olimpiadi (dal 25 agosto all'11 settembre 1960), l'evento sportivo che per la Città Eterna fu l'occasione per unire sport e cultura.

Le gare furono organizzate nei luoghi della storia: le Terme di Caracalla, la Basilica di Massenzio con lo sfondo dei Fori, del Colosseo, dell'Arco di Costantino per finire con quelle di canoa al lago di Albano. Un modo speciale per "far vivere i monumenti" creando la vita attorno ad essi. Indimenticabile e suggestiva la maratona disputata in una affascinante Roma notturna, vinta dalla sorpresa etiope Abebe Bikila, che gareggiò scalzo. E per la tv un ruolo di primo piano. La Televisione Italiana aveva fatto le cose in grande: 4 studi, una centrale video, 450 tecnici, un'officina mobile per assicurare l'efficienza a telecamere e pannelli di trasmissione, 80 interpreti al servizio dei giornalisti delle 65 radio e 20 televisioni straniere. Un preventivo di spesa di circa 300 milioni per assicurare ai telespettatori in tutto il mondo la visione della gare sportive.

Centosei le ore di trasmissione prodotte dalla Rai, di cui 96 in Eurovisione e Intervisione (permetteva la visone nei Paesi dell'Est Europa). Roma si era rifatta il look e dotata di un nuovo aeroporto a Fiumicino, sull'Isola Sacra, tutto era pronto per quel 25 agosto. Adolfo Consolini pronunciò il giuramento degli atleti, mentre ad aprire ufficialmente i Giochi fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. E a presiedere il Comitato organizzatore, Giulio Andreotti.

Molti quelli che da giovani promesse divennero grandissimi dello sport, come Cassius Clay alias Muhammad Ali (nome che ha adottato dopo essersi convertito alla religione islamica). L'Italia fece un'ottima figura e portò casa 36 medaglie (13 d'oro) posizionandosi al 4° posto della classifica generale. Ricordarlo, 50 anni dopo, è giusto e bello.


La maratona di Abebe Bikila

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