Un Mondo di Giochi, Londra 2012 è made in Italy

Olimpiadi
Maurizio Stroppiana, general manager di Mondo Spa (Foto Francesco Cito)
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Un viaggio nel Cuneese a Gallo d'Alba negli stabilimenti dell'azienda, fornitrice ufficiale delle Olimpiadi, che produrrà pavimentazioni per 12 discipline sportive. Tra queste la pista di atletica dove Bolt cercherà nuovi record. GUARDA LA FOTOGALLERY

di AUGUSTO DE BARTOLO
da Gallo d'Alba (Cuneo)

Quando si entra alla Mondo Spa sembra di tornare bambini. Lo showroom dell'azienda nata da una felice intuizione di Ferruccio Stroppiana e di papà Edmondo (dal suo diminutivo ne deriva il nome), è una celebrazione del gioco in ogni suo aspetto. Palloni, modellini di auto, addirittura articoli da mare. Oltre al mitico arancione del Super Santos o alla straordinaria e gommosa resistenza del Tango con cui milioni di bambini hanno cominciato a giocare al calcio c'è di più. La Mondo, da anni ormai, esattamente dal 1976 ha associato il suo nome allo sport inteso nella sua accezione più ampia, quello a cinque cerchi delle Olimpiadi. Un'avventura che ne ha caratterizzato l’espansione all’estero da dove arriva circa l’80% dei ricavi e dove le maggiori soddisfazioni sono giunte dalla nomina, a Barcellona ’92, quale official supplier, fornitore ufficiale per le pavimentazioni dello stadio di atletica.

Con il Cio una collaborazione rinsaldata e ampliata nel corso degli anni e in giro per il mondo: da Gallo d'Alba, dove l'azienda ha sede, fino a Londra 2012 dove sono destinati gli sforzi per la nuova importantissima sfida: "12 discipline olimpiche da gestire, tra cui le più importanti sono atletica e basket", dice il general Manager Maurizio Stroppiana. La novità è rappresentata dall'utilizzo delle attrezzature in comodato d'uso per un sito Olimpico, come quello inglese, che al termine dei Giochi per la metà verrà smantellato. "La speranza – spiega Stroppiana – E' quella poi di rivendere il tutto, ci sarà una grande quantità di materiale che verrà prestato". In Inghilterra non esiste un impianto di atletica che abbia una capienza di oltre 10mila posti e per questo è nata una querelle sulla destinazione dello stadio Olimpico al termine dei Giochi. Il West Ham sarebbe disposto a comprarlo lasciandolo praticamente intatto, con tanto di pista, il Tottenham vorrebbe acquistare l'area ma ricostruire il suo stadio sostituendolo, di fatto, a quello destinato alle Olimpiadi.

Un problema per chi, quella pista, potenzialmente foriera di nuovi record mondiali, la sta costruendo con grande attenzione: i primati di Usain Bolt, di Yelena Isinbayeva o di Kenenisa Bekele possono vantare anche una matrice italiana. Centesimi limati dalle indiscutibili qualità degli atleti favoriti anche da uno studio accurato attraverso analisi dei materiali, consultazioni biomeccaniche con atleti professionisti che avvicinano le caratteristiche della pista alle esigenze degli sportivi. Alla Mondo spiegano che i meriti dei record di Bolt, ad esempio, li sentono un po' loro anche se a fare impressione sono i personal best di tanti atleti che migliorano sensibilmente le proprie prestazioni ad ogni manifestazione di rilievo.

Ad influire sulle performance dei campioni anche il colore della pista su cui tantissime sono state le discussioni nel corso degli anni: rosso, verde, bicolore, azzurro. "Anche quello è un aspetto determinante", spiega Giampietro Gambini, responsabile della ricerca e dello sviluppo. "Il blu – dice – per noi non va bene perché consideriamo anche la psicologia degli atleti, si confondono con il cielo e per loro, mentalmente, sarebbe come correre sull'acqua, una cosa innaturale". E poi anche le tv hanno il loro ruolo nella scelta: "Alcuni colori vengono scelti perché gli atleti risaltano meglio agli obiettivi delle telecamere, il bicolore perché le corsie sono più facilmente distinguibili – spiega ancora Gambino – insomma la decisione ultima dipende anche da queste cose".

In passato spesso ci si è adeguati anche alle sfumature cromatiche della tradizione: in Cina tutto rosso, a Berlino bianco e blu perché quelli sono i colori della città. Ma a Londra, per il momento, vige il massimo riserbo sulla scelta della pista dell’atletica. "Bisogna tenere conto che gli inglesi sono tradizionalisti – suggerisce Andrea Vallauri, export division director – Si era pensato ad una soluzione e dopo mille discussioni se n'è adottata un'altra totalmente diversa dall’idea di partenza". Se consideriamo che i colori della città sono il bianco e il rosso, la conseguenza è che si vedrà una tradizionale pista di atletica, come quella di Pechino che consacrò Usain Bolt al grande pubblico con tre ori e tre record del mondo, anche se il 9"58 attuale il giamaicano lo ha ottenuto a Berlino, su una pista blu. Evidentemente per un campione di quel calibro non c'è colore che tenga.

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