Mercoledì il sì di Montezemolo a guidare Roma 2020

Olimpiadi
Luca di Montezemolo: alle sue spalle i cinque cerchi olimpici (Ansa)
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Il presidente della Ferrari, nell'incontro con Gianni Letta, ha chiesto garanzie per la solidità economica e politica del progetto Roma, che non si deve far fallire. Servirà allora il consenso bipartisan di maggioranza e opposizione

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Il Coni ha deciso: Roma sarà candidata

L'investitura del Cio di fatto già c'è, quella dell'Italia si annuncia bipartisan. Roma 2020 ha trovato finalmente il suo uomo giusto: Luca Cordero di Montezemolo ieri si è detto pronto a guidare il comitato promotore che riporta nella Capitale il sogno olimpico a 50 anni di distanza dai Giochi in bianco e nero del 1960. Parte così la corsa della Capitale, e il progetto si colore di uomini e idee.

Dopo la delusione per l'edizione del 2004 strappata da Atene, l'Italia non vuole farsi sfuggire un'occasione storica e forse irripetibile: per questo dopo mesi di ricerca affannosa, di sondaggi, richieste e pressing il presidente ha un volto e un nome. "Sono pronto ad accettare" le parole del n.1 Ferrari durante l'incontro di ieri con Gianni Letta.

Il via libera definitivo arriverà entro mercoledì prossimo: il 22-23 febbraio andranno in scena nella Capitale gli Stati generali sulla Roma del futuro: naturalmente Montezemolo ha chiesto garanzie, non per sé ma per la solidità, economica e politica, del progetto Roma, che non si deve far fallire. E perché la corsa di Roma da lui guidata abbia il consenso di tutte le parti politiche, di governo e di opposizione.

Dopo che Letta, invocato da tutti come il leader ideale della candidatura, aveva rinunciato a un ruolo operativo per via degli impegni governativi garantendo però il sostegno totale al progetto, la ricerca di un uomo alternativo è stata studiata nel dettaglio. Coni e Comune, i 'titolari' della candidatura, pensavano di chiudere la partita a luglio scorso: ma è servito più tempo e qualche nome si è perso lungo la strada, come quello di Nerio Alessandri, presidente di Technogym, o quelli di Giovanni Malagò e Matteo Marzotto.

E dopo i no, arriva dunque un sì di peso e il cammino parte senza concorrenti: al momento per il 2020 Roma è l'unica candidata. Ci pensa il Giappone, già bocciato per il 2016, mentre la Francia vuole prima capire se otterrà i Giochi invernali di Annecy del 2018. Intanto anche dal Cio arriva il gradimento su Montezemolo. "E' un leader credibile a livello sportivo mondiale per la candidatura di Roma" sono state le parole del vicepresidente del Cio e presidente del comitato olimpico tedesco, Thomas Bach che a Garmisch ha incontrato il presidente del Coni, Gianni Petrucci e il segretario generale, Raffaele Pagnozzi. Ma il Coni da tempo si sta muovendo a livello internazionale (appena una settimana fa l'incontro con Rogge in Repubblica Ceca).

Ora c'è da allestire la macchina: incarico di peso potrà essere quello di Letta a presidente onorario, ma quasi certi anche quelli di Petrucci e del sindaco Gianni Alemanno come vicepresidenti. Diverso il discorso dei ruoli operativi: Montezemolo porterà uomini di sua fiducia, gente con cui lavora in Ferrari o ha lavorato in Confindustria. Ma per il ruolo di  direttore generale, l'uomo che sovrintende alle cinque aree del progetto, il nome più gettonato è quello di Ernesto Albanese, fino al 2009 alla Coni Servizi, ora amministratore di Atahotels, del gruppo Ligresti. Per la parte tecnica del dossier potrebbe essere coinvolte persone che hanno lavorato nei precedenti progetti (come Torino o anche di altre città straniere). Non è esclusa la presenza di un campione olimpico. E poi ci sono i membri Cio, da Pescante a Carraro.

Certo Montezemolo, anche per il ruolo rivestito ad Italia '90, vanta conoscenze top nell'ambito del Cio: come Havelange e Blatter che siedono in quel consesso chiamato a votare nel 2013. La macchina sta decollando ed è pronta a trasformare il sogno a cinque cerchi in una nuova realtà.