Rogge lancia Roma 2020: "E' una candidatura molto forte"
OlimpiadiIl presidente del Cio ha parlato della possibilità della Capitale di essere scelta come città dei Giochi 2020: "Il comitato promotore è fatto di persone che conoscono bene lo sport. Al momento l'altra candidata ufficiale è Madrid"
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Roma rappresenta una candidatura "molto forte" nella gara per vincere l'organizzazione delle Olimpiadi del 2020: da settembre entrerà in competizione, con fino a quattro pretendenti potenziali sulla linea di partenza, in vista del traguardo del 2013, quando la scelta maturerà nel corso della 125.a sessione del Cio, a Buenos Aires. E' il presidente del Comitato olimpico internazionale, Jacques Rogge, a sottolineare l'autorevolezza della proposta della Capitale, "molto forte perché fatta da persone che conoscono lo sport e che amano lo sport".
In un'intervista all'ANSA, il numero uno dello sport mondiale sottolinea i punti di forza del progetto italiano, mettendo in risalto l'attività del sindaco capitolino Gianni Alemanno ("è molto motivato"), "la forza del Coni e anche la solida guida del mio amico Mario Pescante", a capo del Comitato promotore di Roma 2020. Rogge, in Giappone per le celebrazioni dei 100 anni della costituzione del Comitato olimpico nipponico (Joc), spiega, sulle città che potrebbero correre per il 2020, che ci sono "due candidature ufficiali, Roma e Madrid. C'è la possibilità di Tokyo e ci sono discussioni su Istanbul". Al momento, "posso solo parlare di due", precisa, sapendo che nella missione in Estremo Oriente incontrerà il governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, e il presidente del Joc, Takeda Tsunekazu, per chiarire l'ipotesi di discesa in campo della capitale nipponica dopo l'insuccesso del 2016, puntando sulla ricostruzione del post sisma/tsunami dell'11 marzo scorso.
In ogni caso, secondo quanto si apprende, Ishihara dovrebbe sciogliere (salvo sorprese) presto la riserva, consapevole delle affermazioni fatte da Rogge sulla "assoluta sicurezza del Giappone", anche dopo la crisi nucleare di Fukushima. Sulla vittoria della città sudcoreana di Pyeongchang per i Giochi invernali del 2018 ("escludo la compartecipazione della Corea del Nord nell'organizzazione", meglio "la sfilata dei due Paesi sotto un'unica bandiera", è il messaggio alla stampa estera), Rogge osserva che non è motivo d'ostacolo alle chance di Tokyo. I Giochi 2020 potrebbero tenersi "nella stessa area o in un'altra area: non c'è la rotazione dei continenti nei Giochi olimpici e posso fare diversi esempi". Si parte da "Albertville e i Giochi invernali del 1992, seguiti da Lillehammer 1994. In Europa; Atene nel 2004 è stata seguita dai Giochi invernali di Torino 2006; a Londra 2012 seguirà Soci, che è in Europa". Ci sono - ribadisce Rogge - molti esempi di Giochi olimpici consecutivi nello stesso continente". Come dire, nulla è scontato: "Alla fine prevale la qualità della proposta", assicura Rogge.
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Roma rappresenta una candidatura "molto forte" nella gara per vincere l'organizzazione delle Olimpiadi del 2020: da settembre entrerà in competizione, con fino a quattro pretendenti potenziali sulla linea di partenza, in vista del traguardo del 2013, quando la scelta maturerà nel corso della 125.a sessione del Cio, a Buenos Aires. E' il presidente del Comitato olimpico internazionale, Jacques Rogge, a sottolineare l'autorevolezza della proposta della Capitale, "molto forte perché fatta da persone che conoscono lo sport e che amano lo sport".
In un'intervista all'ANSA, il numero uno dello sport mondiale sottolinea i punti di forza del progetto italiano, mettendo in risalto l'attività del sindaco capitolino Gianni Alemanno ("è molto motivato"), "la forza del Coni e anche la solida guida del mio amico Mario Pescante", a capo del Comitato promotore di Roma 2020. Rogge, in Giappone per le celebrazioni dei 100 anni della costituzione del Comitato olimpico nipponico (Joc), spiega, sulle città che potrebbero correre per il 2020, che ci sono "due candidature ufficiali, Roma e Madrid. C'è la possibilità di Tokyo e ci sono discussioni su Istanbul". Al momento, "posso solo parlare di due", precisa, sapendo che nella missione in Estremo Oriente incontrerà il governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, e il presidente del Joc, Takeda Tsunekazu, per chiarire l'ipotesi di discesa in campo della capitale nipponica dopo l'insuccesso del 2016, puntando sulla ricostruzione del post sisma/tsunami dell'11 marzo scorso.
In ogni caso, secondo quanto si apprende, Ishihara dovrebbe sciogliere (salvo sorprese) presto la riserva, consapevole delle affermazioni fatte da Rogge sulla "assoluta sicurezza del Giappone", anche dopo la crisi nucleare di Fukushima. Sulla vittoria della città sudcoreana di Pyeongchang per i Giochi invernali del 2018 ("escludo la compartecipazione della Corea del Nord nell'organizzazione", meglio "la sfilata dei due Paesi sotto un'unica bandiera", è il messaggio alla stampa estera), Rogge osserva che non è motivo d'ostacolo alle chance di Tokyo. I Giochi 2020 potrebbero tenersi "nella stessa area o in un'altra area: non c'è la rotazione dei continenti nei Giochi olimpici e posso fare diversi esempi". Si parte da "Albertville e i Giochi invernali del 1992, seguiti da Lillehammer 1994. In Europa; Atene nel 2004 è stata seguita dai Giochi invernali di Torino 2006; a Londra 2012 seguirà Soci, che è in Europa". Ci sono - ribadisce Rogge - molti esempi di Giochi olimpici consecutivi nello stesso continente". Come dire, nulla è scontato: "Alla fine prevale la qualità della proposta", assicura Rogge.