C'è la crisi. E la Grecia licenzia anche gli olimpionici

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Causa austerità molti famosi atleti ellenici assunti nei ranghi statali per meriti sportivi saranno messi in mobilità entro la fine dell'anno, come migliaia di altri dipendenti pubblici. Sono circa 900 i medagliati impiegati in questi ultimi 15 anni

In Grecia anche molti famosi atleti ellenici assunti nei ranghi statali per meriti sportivi, come i campioni olimpionici, saranno messi in mobilità entro la fine dell'anno alla pari di migliaia di altri dipendenti pubblici e, dopo otto mesi di cassa integrazione con lo stipendio ridotto al 75%, potrebbero perdere il posto di lavoro.

La misura, come riferiscono oggi i media greci, rientra nell'ambito della controversa riforma della pubblica amministrazione varata dal governo del premier conservatore, Antonis Samaras, sulla base delle richieste dei creditori internazionali della Grecia. In base alla legge n. 2725, entrata in vigore del 1999, lo Stato garantiva un posto fisso nell'amministrazione pubblica ai greci che si erano distinti per meriti sportivi. Ma le misure di austerità volute dalla Troika (Ue, Bce e Fmi) non consentono eccezioni e così anche i circa 900 atleti assunti dallo Stato in questi ultimi 15 anni finiranno nelle liste dei licenziandi.

A dare la brutta notizia ai medagliati è stato lo stesso ministro della Riforma amministrativa, Kyriakos Mitsotakis, al termine di un incontro avuto con i rappresentanti della Federazione olimpica ellenica (Seo), ai quali ha comunque promesso che cercherà di riaprire la questione con la troika. Una dura condanna della decisione di licenziare gli atleti è venuta dal maggiore partito di opposizione, Syriza (sinistra radicale), che in una nota ha detto di essere contrario ai licenziamenti di tutti gli statali in generale, e in particolare degli atleti che lavorano nello Stato e ha affermato il governo agisce in questo modo "per dividere gli atleti e mettere a tacere le voci del dissenso".