Papa Francesco: "Auguri per Roma 2024, ma io non ci sarò"
OlimpiadiIn occasione dell'udienza in San Pietro con i campioni del Coni, il pontefice benedice la candidatura della capitale come città ospitante dei giochi olimpici: "Lo sport non sia finalizzato all'utile, ma allo sviluppo della persona con stile di gratuità"
“Lo sport non sia finalizzato all'utile, ma si guardi allo sviluppo della persona con stile di gratuità". E' l'appello che Papa Francesco rivolge al mondo dello sport ricevendo in udienza, nella Basilica di San Pietro, dirigenti e atleti del Coni accompagnati da Giovanni Malagò, in occasione del centenario del Compitato olimpico nazionale.
La sfida di tutti - "Il motto olimpico – prosegue il Pontefice – 'Citius, altius, fortius' non è un incitamento alla supremazia di una nazione sull'altra, di un popolo su un altro popolo, e nemmeno all'esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete più importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi".
Lo sport nelle periferie - Il Papa non si stanca di ricordare che lo sport deve essere "inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all'utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità". Il Pontefice sottolinea poi la figura del cappellano olimpico, introdotta dal Coni, come importante "nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale".
La benedizione a Roma 2024 - "Auguri per la candidatura di Roma per ospitare i giochi olimpici 2024: io non ci sarò": Bergoglio conclude così l'udienza davanti agli atleti e al presidente del Coni, Giovanni Malagò.
La sfida di tutti - "Il motto olimpico – prosegue il Pontefice – 'Citius, altius, fortius' non è un incitamento alla supremazia di una nazione sull'altra, di un popolo su un altro popolo, e nemmeno all'esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete più importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi".
Lo sport nelle periferie - Il Papa non si stanca di ricordare che lo sport deve essere "inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all'utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità". Il Pontefice sottolinea poi la figura del cappellano olimpico, introdotta dal Coni, come importante "nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale".
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