Doping nell'atletica, la Russia rischia il no a Rio. "Attacco politico"

Olimpiadi
Lamine Diack, ex capo della Federazione d'Atletica, è stato sospeso dal Cio (Foto Getty)

Migliaia di test cancellati con la complicità del governo: l'agenzia antidoping mondiale (Wada) chiede l'esclusione degli atleti di Mosca da tutte le competizioni, Giochi Olimpici compresi. La replica del Cremlino: "E' un attacco politico"

L'Agenzia antidoping degli Stati Uniti (Usada) ha chiesto la squalifica della Federazione russa dalle competizioni se saranno confermate le notizie secondo le quali in Russia era stato creato un sistema di doping che implicava anche figure governative. Travis Tygart, direttore della Usada, ha elogiato il lavoro svolto dall'Agenzia mondiale antidoping (Ama): "Ha dimostrato l'intento della Russia di manipolare i risultati sportivi attraverso mezzi illegali".

Tygart: "Fermare il sistema di doping appoggiato dal governo russo" - "Il report diffuso oggi dimostra un incredibile livello di corruzione e invia alla Russia un chiaro messaggio: non si possono ingannare gli sportivi di tutto il mondo ed evitarne le conseguenze trincerandosi dietro un muro di menzogne e omissioni", ha proseguito Tygart. "Se la Russia ha creato un sistema organizzato di doping appoggiato dal governo, non bisogna permetterle di gareggiare a livello mondiale. Tutti quelli che amano lo sport e vogliono mantenerlo pulito, devono alzarsi e combattere contro queste minacce", ha concluso Tygart.

Il Cio sospende Diack -
La Commissione Etica del Cio - il Comitato Olimpico Internazionale - ha deciso di sospendere temporaneamente Lamine Diack, ex presidente della Federazione Internazionale di atletica leggera, dal ruolo di membro onorario del Cio stesso. Il nome di Diack è nell'indagine avviata dalle autorità francesi, ed è sospettato di riciclaggio di denaro e corruzione: avrebbe incassato somme di denaro dalla federazione russa di atletica leggera in cambio del silenzio su più casi di positività al doping.

La risposta della Russia -
La Russia non ci sta e passa al contrattacco contro la commissione mondiale anti-doping: "Non avete il diritto il diritto di sospenderci", è la prima risposta del ministro dello sport, Vitaly Mutko alla Wada, che aveva chiesto alla Iaaf, la federazione internazionale Atletica, di estromettere Mosca da tutte le competizioni e di squalificare a vita cinque atleti e altrettanti allenatori per un presunto uso sistematico di prodotti proibiti.

Zelicionok. "La Wada non ha mai lavorato con la nuova dirigenza dell'Araf - L'agenzia antidoping mondiale non ha mai contattato la nuova amministrazione della Federazione russa di atletica (Araf) mentre stava indagando sul presunto abuso di sostanze dopanti da parte di atleti russi. Lo ha spiegato alla Tass il presidente ad interim dell'Araf, Vadim Zelicionok. "La Wada non ha mai lavorato con la nuova dirigenza dell'Araf - ha spiegato - e la federazione non ha mai ricevuto alcun documento che provi la sistematica distribuzione di sostanze dopanti nell'atletica nazionale".

L'accusa -
L'Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha chiesto che la Federazione russa di atletica venga bandita dopo diffusi reati di doping e fallimenti sistematici. Il rapporto della commissione, pubblicato il lunedì, "ha identificato fallimenti sistemici all'interno della IAAF russa" che impediscono o diminuire la possibilità di un programma antidoping efficace. Tale divieto, se adottato dalla Federazione internazionale impedirebbe agli atleti russi partecipare a tutti gli eventi organizzati dalla Iaaf stessa, dal Comitato Olimpico, compresi campionati mondiali ed europei.