Schwazer: "Dal 2011 ero certo che i russi non fossero puliti"

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Del caso "Doping di Stato" in Russia parla anche il marciatore, risultato positivo all'Epo nel 2012. Contattato dall'Antidoping di Mosca per partecipare ad una loro indagine: "Ho collaborato"

Lo scandalo del "doping di Stato" nell'atletica russa passa anche da Bolzano e probabilmente non farà tappa solo a Mosca. Di una cosa è sicuro il marciatore Alex Schwazer, che un suo scandalo doping lo ha vissuto: "Dal 2011 ebbi la certezza che i marciatori russi erano dopati. Ma lo sospettavo anche prima, dal 2008". Lo scandalo però è scoppiato soltanto in questi giorni, grazie anche all'inchiesta della procura di Bolzano, nata proprio dal caso di positività all'Epo del marciatore azzurro, riscontrata alla vigilia di Londra 2012.

Quel database sospetto
- Di particolare interesse è, infatti, un database sequestrato all'ex medico azzurro e supervisore Iaaf, Giuseppe Fischetto (imputato per favoreggiamento), che potrebbe fare chiarezza sull'intera gestione della federazione internazionale. Due mesi fa, inoltre, Schwazer è stato contattato dall'Antidoping di Mosca per partecipare ad una loro indagine "sulla base degli atti trasmessi alla stessa dalla Procura antidoping del Coni", come rileva lo stesso marciatore. "Ho fornito la mia collaborazione indicando - spiega all'Ansa - i nomi degli atleti che avevano parlato con me e le ammissioni di doping che mi avevano dettagliatamente esternato".

Nel 2008
- "Già allora, dopo la mia vittoria olimpica -prosegue -, in alcune interviste avevo fatto riferimento ai sospetti di doping che avevo maturato nei confronti di alcuni miei avversari russi. Poi nel 2011, dopo continui casi di doping che avevano coinvolto i marciatori di questo Paese, ho avuto ai Campionati Mondiali di Daeku la certezza del doping del gruppo guidato dall'allenatore Victor Chegin, per loro stessa ammissione. Questo non giustifica il grave errore che ho commesso ricorrendo anch'io al doping. E' solo una precisazione di ciò che è realmente avvenuto e che i fatti di oggi stanno, completamente e tristemente, confermando". Un contributo, quindi, che parte dall'Italia e che potrà svilupparsi ancora, grazie anche all'archivio sequestrato a Fischetto: oltre 12mila test ematici svolti su 5mila atleti tra il 2001 e il 2012. "Non posso dire che la lista è quella - dice il procuratore di Bolzano, Guido Rispoli, a Radio 24-. Tendo a ritenere di sì perché ci rendemmo conto subito che erano documenti importanti per i quali noi non avevamo competenza territoriale".

Ripulire la IAAF - "Quel database è il prossimo punto di partenza dal quale si misurerà la volontà reale di Sebastian Coe di cercare di ripulire la Iaaf", dice all'Ansa, Sandro Donati, consulente Wada da sempre in prima linea nella lotta al doping e attuale allenatore di Schwazer. "Avendo collaborato con Bolzano già sapevo di una situazione dei russi assolutamente sospetta sulla base di quel database - aggiunge il professore -. E' il prossimo passo da affrontare da parte della Wada o, come prospettato da Coe, da una commissione indipendente alla Iaaf che deve vedere come mai per 11 anni la federazione ha continuato ad accumulare migliaia e migliaia di esami ematici, centinaia dei quali con chiari sospetti di doping che dovevano essere appurati dal panel internazionale. Tutta questa serie di omissioni ha un collegamento con quella specie di gang che si era creata ai vertici della federazione internazionale?".

E Schwazer... - Terminerà la squalifica il 29 aprile 2016. Donati condivide con Alex anche il sogno di Rio 2016: "E' stato dopato, ma ora è una persona nuova. Ha fatto un passo decisivo. In quanti se lo possono permettere, rientrando competitivi? Lui lo sarà più di prima".