Doping, Pound: "La Russia potrebbe non farcela per Rio"

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Così l'ex presidente dell'Agenzia Mondiale Anti-Doping, puntando il dito contro lo scarso impegno dei russi per rovesciare la messa al bando internazionale dei suoi atleti, esclusi dalle competizioni internazionali dopo l'accusa di doping di Stato

La Russia sta "cambiando le sdraio sul Titanic" piuttosto che impegnarsi per rovesciare la messa al bando internazionale dei suoi atleti, esclusi dalle competizioni internazionali l'anno scorso dopo l'accusa di doping di Stato. Lo ha affermato l'ex presidente dell'Agenzia Mondiale Anti-Doping (Wada), Dick Pound. Mosca spera ancora di partecipare ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro di questa estate ma Pound ha puntato il dito contro "il muro di negazioni" ancora esistente sul doping nel mondo dello sport russo.

"All'epoca - ha raccontato l'avvocato canadese - abbiamo detto, se volete essere a Rio, dovete affrontare veramente queste questioni velocemente e a fondo, senza perdere tempo negando i risultati o dicendo che le registrazioni sono state ottenute in modo illegale in base alle leggi russe".

Lamentando la mancanza di progressi, ma additando anzi "arretramenti", Pound ha criticato la linea russa: "Il più recente programma sul canale tedesco Ard ha suggerito che hanno solo cambiato alcune sdraio sul Titanic. Se questo è il caso, e stanno mettendo persone nuove collegate al vecchio sistema, sarà molto difficile per la Iaaf e la Wada dire che i problemi sono stati risolti".

Da qui, la convinzione dell'ex presidente che la Russia "potrebbe non riuscire a rientrare in tempo per Rio, Iaaf e Wada non rischieranno la loro reputazione". L'attuale presidente del Wada, Craig Reedie, ha esortato l'Agenzia Anti-Doping Russa (Rusada) a permettere a due esperti indipendenti di aiutarla nella realizzazione del programma anti-doping russo. La Wada, ha aggiunto, è pronta a proseguire nelle sue indagini sul doping tra gli atleti russi, indagando altri sport.