Nessun via libera: l'atletica russa resta ancora sospesa. La Iaaf ha deciso che in materia di doping la Russia non ha ancora fatto abbastanza per riformare il suo programma. Probabile la decisione a maggio
E' stato lo stesso presidente della federazione internazionale di atletica, Sebastian Coe ad annunciarlo al termine della riunione del consiglio a Monaco: Coe ha sottolineato che la Russia ha fatto qualche progresso "ma è necessario fare interventi più importanti" per giustificare la riammissione dell'atletica russa nel panorama mondiale. Una decisione arrivata all'unanimità.
A maggio una nuova riunione che dovrebbe sciogliere il nodo sulla partecipazione dei campioni russi ai Giochi di Rio: "Credo che allora prenderemo la decisione definitiva" ha spiegato Coe. La Iaaf aveva sospeso la Russia lo scorso novembre dopo la bufera scatenata dal rapporto del'agenzia mondiale antidoping che denunciava un sistema di doping di stato da parte della Russia, tra corruzione e coperture. Per essere riammessa nella famiglia dell'atletica mondiale la Russia "ha ancora strada da fare" ha aggiunto Rune Andersen, a capo della task force Iaaf sul caso russo. "Sta cambiando la cultura del doping, ed è un primo passo" ha ammesso Andersen.
Tra i paesi osservati speciali in materia di doping ci sono Marocco, Etiopia, Kenya, Ucraina e Bielorussia che Coe ha definito in "condizioni critiche" e devono assolutamente migliorare il loro programma antidoping. "Al momento nessuna sanzione - ha spiegato il n.1 Iaaf - ma un avvertimento". Ma resta la Russia al centro degli scandali: ultima grana, solo in ordine di tempo, quella del meldonium, la sostanza che ha fatto cadere dal trono la regina del tennis, Maria Sharapova e con lei diversi altri campioni russi. La Wadaha fatto sapere che dall'inizio dell'anno - ovvero da quando il farmaco è entrato nella black list dell'agenzia mondiale - i casi di positività riscontrati al meldonium sono 99. Sette dei sedici già confermati sono di atleti russi, compresa la Sharapova.