Pellegrini tricolore: prima Rio, poi si deciderà il futuro

Olimpiadi

Lia Capizzi

Primo giorno da portabandiera per la campionessa azzurra del nuoto. I successi e i momenti difficili; quel carattere apparentemente duro poi smorzato negli anni, quando la bambina prodigio è diventata donna e fuoriclasse di livello mondiale

Arriva in divisa azzurra con il numero 7 simbolo della moda sportiva di Armani, ma è il numero 5 che ricorre nella giornata speciale di Federica Pellegrini: la quinta donna italiana a essere scelta portabandiera nella storia delle Olimpiadi estive. Il tricolore da sbandierare il 5 agosto durante la Cerimonia di Inaugurazione a Rio, quel 5 agosto che è anche il suo compleanno.

Onorata ma pure emozionata. E non puoi non notare il rapporto simbiotico tra lei e il presidente del Coni Malagò, esiste da anni, è stato un supporto in primis umano nei momenti anche difficili di una carriera sempre sotto i riflettori, fin dall'argento a 16anni a Atene 2004, quando era una Pellegrini adolescente musona.

C'è stata la Pellegrini trionfale dell'oro olimpico a Pechino o degli ori Mondiali a Roma 2009 e Shanghai 2011. C'è stata anche la versione antipatica, senza diplomazia. La Federica di oggi, portabandiera, è una campionessa tirata a lucido, con tempi che nella velocità non aveva mai nuotato, una super-professionista, una bambina diventata donna, quando gli anni ti impogono di smussare spigolosità e di lasciare spazio ai sorrisi.

Per le decisioni sul suo futuro c'è tempo. O smette di nuotare dopo Rio o, se continua, lo farà per altri 4 anni. I fuoriclasse come lei ragionano di quadriennio in quadriennio, come se avessero un cervello a cinque cerchi. Cervello e anche braccia, per portare il tricolore e il peso dell'Italia sportiva che il 5 agosto  sfilerà al Maracanà come nazione numero 101 delle 206 che parteciperanno alle Olimpiadi.